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    La polizia turca ha arrestato 35 persone, tra cui alcuni giornalisti

    Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan accusa il suo ex alleato l’imam Fetullah Gülen, che vive negli Stati Uniti, di aver organizzato il colpo di stato del luglio 2016 e da allora ha dato il via a una serie di purghe a tutti i livelli dello stato e della società. Credit: Reuters

    È finito in carcere anche Burak Ekici, direttore del quotidiano di opposizione BirGün. Gli arrestati sono accusati di far parte della rete dell'imam Fethullah Gülen e di essere il braccio mediatico del tentato golpe del 15 luglio 2016

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 10 Ago. 2017 alle 13:42 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:26

    La polizia di Istanbul ha arrestato 35 persone accusate di avere legami con la rete del predicatore islamico Fethullah Gülen.

    L’imam oppositore di Erdogan, che vive negli Stati Uniti, è accusato dal presidente turco di essere la mente dietro il tentato colpo di stato avvenuto il 15 luglio 2016 nel paese.

    Tra gli arrestati ci sono anche alcuni giornalisti come Burak Ekici, direttore del quotidiano di opposizione BirGün.

    Lo stesso Ekici ha fatto sapere tramite il suo profilo twitter di essere in arresto.

    Secondo l’accusa, i sospetti avrebbero utilizzato l’applicazione ByLock, un sistema di messaggistica digitale crittografata che secondo il governo di Ankara fu usata anche dai cospiratori del 15 luglio.

    Secondo l’agenzia di stampa turca Anadolu, gli arrestati rappresenterebbero il braccio mediatico della rete di Gülen.

    Alcuni oppositori in Turchia e diversi governi occidentali ritengono che il presidente Erdogan stia usando il tentato colpo di stato come una scusa per reprimere il dissenso all’interno del paese.

    Circa 150mila persone sono già state sospese dal lavoro sia nel settore pubblico che in quello privato perché accusate di essere vicine all’imam che si oppone a Erdogan.

    50mila turchi sono stati invece arrestati per presunti legami con i cospiratori del golpe.

    Secondo l’associazione dei giornalisti turca, oltre 150 imprese editoriali sono state chiuse e almeno 160 giornalisti si trovano in carcere.

    Il governo di Ankara comunque sostiene che le limitazioni della libertà siano necessarie viste le gravi minacce allo stato turco.

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