Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Armenia e Azerbaijan si impegnano per la pace in Nagorno-Karabakh

    Cresce l’ottimismo dopo l’incontro del Gruppo di Minsk a Vienna, che si è riunito per la prima volta dopo il riaccendersi delle tensioni del mese scorso

    Di TPI
    Pubblicato il 17 Mag. 2016 alle 10:10 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:11

    Il presidente armeno Serzh Sargsyan e quello azero Illham Aliyev hanno concordato sulla necessità di trovare un accordo per la risoluzione
    pacifica del conflitto del Nagorno-Karabakh.

    Il Nagorno-Karabakh è ufficialmente un’enclave a maggioranza
    etnica armena in territorio azero. Dopo l’implosione dell’Unione Sovietica, la
    regione è stata contesa da Armenia e Azerbaijan in una guerra che ha
    consolidato la nascita di una repubblica de
    facto
    indipendente governata dai separatisti armeni e non riconosciuta
    dalla comunità internazionale. Il conflitto rimane irrisolto dopo la tregua
    del 1994.

    I due capi di stato si sono incontrati ieri 16 maggio a
    Vienna, in occasione del vertice multilaterale dei ministri degli Esteri su
    Siria e Libia.

    Il “Gruppo di Minsk” – creato dall’Osce nel 1992 proprio per
    risolvere la disputa fra i due paesi caucasici e presieduto congiuntamente da
    Stati Uniti, Russia e Francia – si è riunito per la prima volta dopo il
    riaccendersi delle tensioni del mese scorso, quando l’esercito azero e i
    separatisti armeni hanno ripreso le ostilità, causando più di trenta vittime e
    centinaia di feriti.

    Entrambe le parti si accusano di aver provocato la recente
    escalation bellica. Mentre l’Armenia sottolinea la necessità di proteggere la
    popolazione locale e minaccia il riconoscimento unilaterale della de facto repubblica indipendente,
    l’Azerbaijan fa appello a Onu, Unione europea e Nato affinché Yerevan liberi
    tutti i territori occupati e garantisca la sua integrità territoriale.

    Nonostante le tensioni, Armenia e Azerbaijan si sono
    impegnate a portare avanti i negoziati a giugno e, nel frattempo, a vigilare
    sulla nuova fragile tregua, rafforzandola.

    Alla fine del vertice, l’Osce ha rilasciato un comunicato
    sulle posizioni dei co-presidenti del Gruppo di Minsk i quali hanno ribadito
    che non ci può essere una soluzione militare al conflitto. I co-presidenti
    hanno insistito sull’importanza di rispettare gli accordi del 1994.

    Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov si è detto
    ottimista, dichiarando che c’è margine per un compromesso e per la piena
    risoluzione del conflitto.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version