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    Rapita, segregata e schiavizzata in Argentina: dopo 32 anni torna a casa

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 29 Dic. 2018 alle 10:39 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:09

    Dopo quasi 20 anni una donna argentina è riuscita a fare ritorno a casa: era stata rapita quanto aveva solo 13 anni e portata in Bolivia, dove è stata ridotta in schiavitù.

    La donna era finita nelle mani di una rete di trafficanti di esseri umani boliviani ed è stata salvata grazie ad un’operazione congiunta a cui hanno preso parte le autorità di Bolivia e Argentina, secondo quanto riferito dalla Gendarmeria nazionale argentina.

    La donna, che ora ha 45 anni, è scomparsa quando era un’adolescente e solo adesso è riuscita a fare ritorno nella sua città di Mar del Plata.

    Secondo le autorità, nel dicembre 2014 i membri dell’Unità investigativa e procedimenti giudiziari “Orán” hanno ricevuto un’ingiunzione da parte di un tribunale per avviare un’indagine sulla scomparsa della donna, condotta in Bolivia da alcuni trafficanti.

    Le indagini hanno portato al salvataggio della donna nel 2018, quando i funzionari hanno scoperto che la giovane si trovava nella città di Bermejo, nel sud della Bolivia, vicino al confine con l’Argentina.

    Grazie alla collaborazione con le forze dell’ordine locali, la donna e il figlio di nove anni sono stati liberati.

    La donna aveva 13 anni quando è stata ingannata con la promessa di un lavoro e di una vita migliore da alcuni trafficanti di esseri umani che l’hanno condotta in Bolivia insieme alla sorella maggiore, che aveva appena avuto un bambino.

    Una volta varcato il confine, la ragazza è stata ridotta in schiavitù mentre la sorella era riuscita a liberarsi e a tornare in Argentina, senza riuscire a portare con sé il figlio.

    Una volta a casa, la donna aveva raccontato ciò che era successo a lei e alla sorella minore, senza però riuscire a indicare a fornire indicazioni precise sul luogo in cui erano state condotte, né sulla città.

    Al momento non si conosce l’identità della donna né della sua famiglia: si sa solo che risiedono a Mar del Plata. Secondo El Clarìn, la vittima è stata costretta a prostituirsi in un bordello per anni ed è stata segregata insieme al figlio.

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