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    Amanda Knox si sposa: la bizzarra proposta di matrimonio “dallo spazio” | VIDEO

    La 31enne statunitense è fidanzata da tempo con lo scrittore Christopher Robinson

    Di Rossella Melchionna
    Pubblicato il 19 Nov. 2018 alle 10:24 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:45

    Un finto meteorite e la colonna sonora della pellicola E.T. l’extraterrestre. Questa la proposta di matrimonio – originale – ricevuta da Amanda Knox dal suo fidanzato, lo scrittore Christopher Robinson. Niente anello, dunque, per la promessa sposa.

    Il fidanzamento ufficiale di Amanda Knox

    Nel video pubblicato Amanda Knox e Christopher Robinson annunciano il loro fidanzamento ufficiale. Una dichiarazione che arriva dopo una vera e propria messainscena che ha avuto luogo all’esterno della loro casa. “Non ho un anello, ma ho una grande roccia – ha detto lo scrittore in ginocchio alla sua ragazza – Vuoi stare con me finché l’ultima stella e l’ultima galassia bruceranno?”.

    Subito dopo è arrivato il “sì” di Amanda e un lungo bacio.

    Nel meteorite era anche presente un messaggio scritto dal fidanzato: “Nessun’altra unione ha prodotto tanto calore cerebrale-empatico quanto quella di Amanda Marie Knox e Christopher Gerald Robinson. Hanno perseguito diversi progetti di grande ambizione, anche mentre si inseguivano l’un l’altro. L’amore è cresciuto in modo esponenziale dal loro primo incontro”.

    Chi è Amanda Knox

    Statunitense, di 31 anni, Amanda Knox è nota per aver trascorso quattro anni in carcere in Italia dopo un caso di cronaca nera: l’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese in Erasmus trovata morta in casa a Perugia la sera dell’1 novembre 2007. La causa della morte fu un’emorragia a seguito di una ferita al collo provocata da un oggetto acuminato usato come arma.

    Knox, nel 2009, era stata ritenuta colpevole – in primo grado di giudizio – dell’assassinio di Kercher assieme a Raffaele Sollecito. Due anni dopo la Corte d’Assise li ha assolti per non aver commesso il fatto. Una sentenza confermata nel 2015 – dopo vari passaggi alla Corte di Cassazione e poi alla Corte d’Assise d’appello di Firenze – dalla Corte suprema.

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