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    Un alto funzionario della Casa Bianca vicino a Trump sarebbe coinvolto nel Russiagate

    A riportarlo è il Washington Post. Il New York Times, invece, rivela che Trump ha definito un pazzo Comey, parlando col ministro degli Esteri russo Lavrov

    Di TPI
    Pubblicato il 19 Mag. 2017 alle 21:58 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 01:07

    Un alto funzionario della Casa Bianca molto vicino al presidente Donald Trump sarebbe coinvolto nelle indagini in corso sul Russiagate. Lo rivela il Washington Post, sottolineando come il caso stia oramai raggiungendo i più alti livelli del governo.

    Il giornale statunitense ha detto che la sua fonte non avrebbe fornito ulteriori dettagli che permetterebbero l’identificazione dell’ufficiale, descritto come un consigliere senior della Casa Bianca vicino a Trump.

    Intanto emergono alcune informazioni su quanto detto dal presidente Trump durante l’incontro del 10 maggio nello Studio Ovale con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e l’ambasciatore del Cremlino negli Stati Uniti. Trump, secondo quanto riporta il New York Times citando un documento redatto dopo l’incontro, avrebbe detto che il licenziamento di James Comey, ex direttore dell’Fbi, alleggerisce la “forte pressione” sul presidente.

    “Mi trovavo sotto una forte pressione a causa della Russia”, avrebbe ammesso Trump definendo Comey come un “pazzo, fuori di testa”.

    La rivelazione del New York Times è stata diffusa pochi attimi dopo il decollo dell’Air Force One con a bordo il presidente degli Stati Uniti diretto a Riad, in Arabia Saudita, prima tappa del suo primo viaggio all’estero da presidente che lo terrà ontano da Washington per nove giorni.

    Il documento citato dal New York Times si basa su appunti presi durante l’incontro e circolati internamente come resoconto ufficiale. il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer non ha contestato il resoconto, scrive il New York Times.

    “Attirando l’attenzione su di sé e politicizzando le indagini sulla Russia, James Comey ha creato una pressione non necessaria sulla nostra capacità di trattare con la Russia”, ha affermato la Casa Bianca commentando le indiscrezioni pubblicate dal New York Times.

    “L’indagine sarebbe andata comunque avanti e l’uscita di Comey non mette fine all’inchiesta. Ancora una volta l’unica vera notizia è che la nostra sicurezza nazionale è stata messa a rischio dalla fuga di notizie di conversazioni private e classificate”.

    La nomina del nuovo direttore dell’Fbi dopo il licenziamento di Comey non arriverà comunque il 19 maggio. Nessun annuncio è imminente, ha fatto sapere il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer.

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