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    Il governo siriano permette l’ingresso di aiuti umanitari a Madaya

    Entro l'11 gennaio arriveranno i sussidi internazionali per gli abitanti che stanno morendo di fame nelle città assediate dal regime in Siria

    Di TPI
    Pubblicato il 8 Gen. 2016 alle 17:20 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:15

    Entro l’11 gennaio 2016 dovrebbero iniziare ad arrivare gli aiuti umanitari – tra cui cibo, forniture mediche e coperte – in tre città della Siria, dove gli abitanti vivono in condizioni precarie e rischiano di morire di fame.

    È quanto ha dichiarato un funzionario della Croce Rossa. L’ultima ondata di sussidi nelle città di Fua e Kefraya – nel nordovest del paese – e a Madaya e Zabadani, a sudovest, era arrivata a ottobre del 2015.

    I quattro centri abitati vivono sotto il costante assedio da parte delle truppe del presidente Bashar al-Assad dal luglio 2015.

    Ora, in seguito alle recenti denunce da parte della stampa internazionale, il regime siriano di Bashar al-Assad ha permesso che vengano consegnati aiuti umanitari in queste città.

    (Qui sotto: le città sotto assedio in Siria dove la popolazione muore di fame. Credit: Bbc) 


    Sono almeno 300 i bambini vittima di malnutrizione solamente a Madaya, città che si trova sulle montagne a 25 chilometri dalla capitale Damasco, secondo quanto dichiarato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani.

    A Madaya un chilo di riso può arrivare a costare fino a 230 euro. In questa città, come avevamo già riportatosono almeno 23 le vittime provocate dalla mancanza di cibo.


    Inoltre, complessivamente, 4,5 milioni di persone in Siria vivono in luoghi che sono difficili da raggiungere, tra cui 400mila siriani che non hanno accesso ad aiuti in grado di salvare la loro vita.

    Staffan de Mistura, inviato delle Nazioni Unite in Siria, ha intenzione di far ripartire quanto prima i colloqui di pace a Ginevra per porre fine alla guerra civile che va avanti da cinque anni e che finora ha provocato la morte di oltre 250mila persone.

    VIDEO (Credit: Bbc) 

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