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    Allarme droni: l’aeroporto di Londra Gatwick chiuso di nuovo

    Di TPI
    Pubblicato il 21 Dic. 2018 alle 20:00 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 21:20

    I voli all’aeroporto londinese di Gatwick sono stati di nuovo sospesi dopo la segnalazione della possibile presenza di un drone nell’area dello scalo.

    Il secondo aeroporto di Londra era rimasto chiuso giovedì 20 dicembre per tutta la giornata per la presenza di droni nella zona di atterraggio. Nella mattinata del 21 dicembre era stato riaperto e la pista di atterraggio pur mantenendo l’allerta, tanto che l’aeroporto ha consigliato ai passeggeri di verificare lo stato del proprio volo con le compagnie aeree prima di partire

    “La pista Gatwick è attualmente utilizzabile ed è previsto il decollo e l’atterraggio di un numero limitato di voli”, hanno fatto sapere le autorità aeroportuali intorno alle 9 del 21 dicembre. Poi, intorno alle 17, la nuova chiusura

    Cosa sta succedendo a Londra Gatwick 

    L’aeroporto è stato chiuso mercoledì sera, intorno alle 22:00, dopo che erano stati avvistati due droni sopra la pista di atterraggio. Lo scalo ha riaperto brevemente durante la notte ma poi giovedì è rimasto chiuso per l’intera giornata, mentre i droni continuavano a riapparire, in una sorta di gioco di gatto e topo. 

    Più di 120mila le persone sono rimaste intrappolate nella bizzarra situazione mentre i droni venivano avvistati una cinquantina di volte. Ad aiutare la polizia, che ha comunque parlato di “atto deliberato” per seminare il caos, è stata chiamato addirittura l’esercito; e la polizia ha anche valutato di abbattere il o i droni. 

    Secondo il Telegraph si è tratta di un’azione di “guerriglieri ecologisti”. Chiunque sia rischia fino a cinque anni di carcere: la legge che regola l’uso dei droni è stata rafforzata proprio quest’anno nel Regno Unito e ne ha vietato l’uso entro un chilometro da un aeroporto e ad altitudini superiori ai 122 metri. 

    Quanto ai malcapitati, al danno si aggiunge la beffa: l’Autorità per l’aviazione civile ha informato che le compagnie aeree non sono obbligate a pagare una compensazione a coloro che sono stati colpiti da ritardi e annullamenti perché si tratta di “una circostanza straordinaria”.

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