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    L’Isis continua a rivendicare l’incidente aereo nel Sinai

    Il gruppo jihadista egiziano che il giorno della catastrofe si era preso la responsabilità dell'attentato ha pubblicato un nuovo audiomessaggio su Twitter

    Di TPI
    Pubblicato il 4 Nov. 2015 alle 14:49 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:17

    Nella giornata di mercoledì 4 novembre, il gruppo jihadista egiziano Ansar Beit al-Maqdis, affiliato all’Isis, ha diffuso un messaggio vocale via Twitter rivendicando nuovamente l’abbattimento dell’aereo di linea russo A321 nel deserto del Sinai.

    L’incidente di sabato 31 ottobre, che aveva causato la morte di tutti i 224 passeggeri a bordo, era già stato precedentemente rivendicato dal sedicente Stato islamico qualche ora dopo lo schianto.

    Il gruppo jihadista egiziano aveva utilizzato i social media per diffondere anche quel primo messaggio: “I combattenti dello Stato islamico sono stati in grado di abbattere un aereo russo sul Sinai che trasportava oltre 220 crociati russi. Sono stati tutti uccisi, Grazie a Dio”.

    L’Isis avrebbe risposto alla rivendicazione congratulandosi con gli affiliati egiziani in un video pubblicato martedì 3 novembre e avrebbe minacciato la Russia di futuri nuovi attentati. 

    La nuova rivendicazione, più articolata della precedente, si riferisce ai dubbi che tutt’ora circolano riguardo ai motivi dell’incidente.

    “Diciamo ai dubbiosi: che moriate di frustrazione. Noi, con la grazia di Dio, abbiamo abbattuto l’aereo e non siamo obbligati a rivelare come ci siamo riusciti. Andate dunque al relitto, cercate pure e prendete le scatole nere, analizzatele e dateci i risultati delle indagini fatte dai vostri esperti. Dimostrate che non siamo stati noi ad averlo abbattuto e come esso sia caduto” – ha dichiarato, in lingua araba, il militante del gruppo- “Riveleremo noi cosa è realmente successo solo quando vorremo farlo”. 

    L’attentato sarebbe stato compiuto in risposta alle operazioni russe in Siria cominciate lo scorso 30 settembre contro i militanti dell’Isis e che avrebbe coinvolto anche i ribelli che si oppongono al regime del presidente siriano Bashar al-Assad. 

    La rivendicazione è stata smentita il giorno stesso dell’incidente dal ministro dei Trasporti russo Maksim Sokolov che aveva dichiarato all’agenzia di stampa Interfax come non vi fosse alcuna prova che accertasse l’abbattimento dell’aereo.

    Le forze di sicurezza egiziane inizialmente avevano affermato che dai primi rilevamenti sembrava che l’aereo fosse precipitato a causa di un guasto tecnico.

    Sebbene le scatole nere siano state ritrovate “in buone condizioni” qualche ora dopo e portate in Russia per essere analizzate, le indagini sono ancora in corso e nessuno dei possibili motivi sollevati dagli esperti può essere escluso, neanche l’ipotesi dell’attentato. Tuttavia, vi sono dubbi sulla veridicità della rivendicazione del gruppo Ansar Beit al-Maqdis.

    Prima di tutto, se l’aereo fosse davvero stato colpito dall’Isis, significherebbe che il gruppo sarebbe entrato in possesso di armamenti più sofisticati dei normali missili terra-aria e finora tutti gli analisti concordano sul fatto che il gruppo non sarebbe in possesso di quel tipo di armamenti.

    Inoltre, Mokhtar Awad, un analista del Center for American Progressha dichiarato al quotidiano britannico The Guardian che la prima rivendicazione del sedicente Stato islamico sembra piuttosto vaga.

    “Non viene spiegato come sarebbero stati in grado di abbattere l’aereo” e inoltre, “sebbene non ci siano mai state rivendicazioni false da parte dell’Isis per eventi di questa portata, Wilaya Sinai (il gruppo jihadista egiziano che si è detto responsabile dello schianto), è stato sottoposto a una certa pressione nel corso degli ultimi mesi, e potrebbe aver colto la palla al balzo rivendicando l’abbattimento”.

    Il gruppo Ansar Beit al-Maqdis, che ha preso il nome di Provincia del Sinai o Wilaya Sinai quando nel novembre 2014 ha giurato fedeltà all’Isis, è attivo soprattutto nel nord del Sinai dal 2011. Da quando è affiliato al sedicente Stato islamico, il gruppo riceve da loro finanziamenti, armi e aiuto logistico.

    L’esercito egiziano ha recentemente ucciso un centinaio di militanti del gruppo dopo che Wilaya Sinai aveva lanciato una serie di attacchi rivolti a civili e polizia, a partire dal luglio 2015. In quello stesso mese, anche una nave da guerra egiziana, che si trovava al largo della striscia di Gaza, sarebbe stata colpita da un missile lanciato dal gruppo.

    — Leggi anche: 4 spiegazioni per cui l’aereo sarebbe precipitato 

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