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    L’addio di Ban Ki-moon alle Nazioni Unite

    Il segretario generale dell'Onu termina il suo mandato con la fine dell'anno

    Di TPI
    Pubblicato il 31 Dic. 2016 alle 14:08 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:14

    “Mi sento un po’ come Cenerentola. A mezzanotte tutto cambia”, ha scherzato il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, commentando il suo ultimo giorno a capo dell’organizzazione internazionale che ha la sede principale nel Palazzo di Vetro a New York.

    Il successore di Ban Ki-moon è il portoghese Antonio Guterres, che si insedierà il primo gennaio 2017 e manterrà l’incarico per i cinque anni a venire.

    Ban ha sostenuto che i suoi dieci anni alla guida dell’Onu sono stati come una favola e ha rivendicato di “non essersi mai arreso” di fronte alle difficoltà che questo ruolo ha comportato. 

    Durante il suo primo mandato (tra il 2007 e il 2011) il diplomatico sudcoreano è riuscito a portare il tema del cambiamento climatico in cima all’agenda globale, si è battuto per la creazione di UN Women, l’entità dell’Onu che si concentra sulla lotta per l’uguaglianza di genere, e per essersi esposto con forza durante le manifestazioni in Tunisia e negli altri paesi che prendono il nome di “primavera araba”.

    Durante il suo secondo mandato (tra il 2012 e il 2016) la sua campagna per un nuovo accordo globale sul clima è culminata nell’accordo di Parigi a dicembre 2015. Ban Ki-moon ha ottenuto inoltre di far concordare tutti i 193 Stati membri delle Nazioni Unite su 17 nuovi propositi e 169 obiettivi da raggiungere entro il 2030 su lotta alla povertà, parità di genere, tutela dell’ambiente. Ha chiesto di porre fine al conflitto siriano e ha sostenuto i diritti degli omosessuali nonostante l’opposizione di molti paesi.

    Ma Ban Ki-moon è stato anche criticato per non aver denunciato le violazioni dei diritti umani in Cina e in Russia, per la gestione dell’epidemia di colera ad Haiti da parte delle Nazioni Unite e per la sua incapacità di affrontare efficacemente gli abusi sessuali da parte delle forze di pace dell’Onu nella Repubblica Centrafricana.

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