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    “Quel teologo del Vaticano ha abusato di me in confessionale”: la denuncia shock di una suora

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 30 Gen. 2019 alle 10:10 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 18:55

    Si è dimesso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede dopo che una suora lo ha accusato di averla molestata in confessionale.

    Padre Hermann Geissler, dopo 25 anni di servizio in Vaticano, ha preferito fare un passo indietro pur dichiarandosi innocente rispetto alle accuse mosse da Doris Wagner, una ex suora tedesca.

    I fatti risalirebbero al 2009. Wagner, che appartiene alla Opus spiritualis Familia, la stessa comunità religiosa di padre Geissler, si trovava a Roma per un evento che, ironia della sorta, riguardava proprio le donne vittime di abusi nel clero.

    In quell’occasione, secondo la sua ricostruzione, padre Geissler l’avrebbe abusato di lei durante una confessione, tentando di baciarla e di toccarla.

    “Mi ha detto quanto mi amava, che sapeva che anch’io gli volevo bene e che, anche se non avevamo il diritto di sposarci, c’erano altri modi per stare insieme – ha riferito la suora –  Poi ha cercato di trattenermi e baciarmi, ma sono fuggita dal confessionale”.

    Il 54enne teologo austriaco, al momento, deve quindi rispondere alle accuse di abusi, violenza e manipolazione.

    È stato lui stesso a decidere di dimettersi per “limitare il danno già arrecato alla Congregazione e alla sua Comunità”.

    La richiesta di dimissioni è stata inoltrata da Geissler al prefetto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Luis Francisco Ladaria Ferrer.

    Il Vaticano riferisce comunque che il teologo austriaco “ribadisce che l’accusa contro di lui non è vera e chiede che sia continuato il processo canonico già iniziato, riservandosi anche eventuali misure di natura legale”.

    Wagner ha dichiarato di aver riportato i fatti alla Congregazione nel 2014, e di aver avuto una risposta in cui si affermava che Geissler aveva ammesso le sue colpe ed era stato ammonito.

    Come riporta Vatican Insider, “si tratterebbe di un caso di ‘Sollicitatio ad turpia’, l’abuso da parte di un prete del sacramento della penitenza per sollecitare, adescare o coinvolgere i suoi penitenti in discorsi o atti sessuali. Ovvero uno dei cosiddetti delicta graviora per la Chiesa cattolica, per cui la confessione è occasione sacra per i fedeli per ottenere il perdono dei peccati”.

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