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    Gli abusi sui minori dei caschi blu in Repubblica Centrafricana

    Un cooperante Onu avrebbe reso note informazioni confidenziali su abusi sessuali su minori compiuti dalle truppe di peacekeeping

    Di Giulio Gambino
    Pubblicato il 30 Apr. 2015 alle 12:43 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:33

    Un cooperante delle Nazioni Unite è stato sospeso per aver rivelato alle autorità francesi informazioni confidenziali, contenute in un rapporto sugli abusi sessuali su minori da parte delle truppe di peacekeeping in Repubblica Centrafricana.

    Alcune fonti citate dal Guardian riferiscono che l’uomo, lo svizzero Anders Kompass, avrebbe fatto trapelare informazioni sul documento riservato alle autorità francesi, a causa del fallimento delle Nazioni Unite di mettere fine agli abusi.

    Il rapporto documentava lo sfruttamento sessuale di bambini, a partire dai 9 anni, da parte delle truppe francesi stanziate sul territorio per lo svolgimento della missione internazionale di peacekeeping Minusca.

    Kompass ha partecipato a missioni umanitarie per più di 30 anni. A seguito dalle accuse è stato sospeso dal suo incarico come direttore delle operazioni sul campo la scorsa settimana e accusato di aver violato i protocolli. È indagato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi interni (Oios) e rischia il licenziamento.

    Gli abusi si sarebbero verificati nel 2014, quando la missione dell’Onu nel Paese era in fase di costituzione. Il rapporto è stato commissionato dall’ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, dopo la diffusione della notizia che alcuni bambini, che erano tra le decine di migliaia di sfollati a causa dei combattimenti, erano stati vittime di abusi sessuali.

    Il documento, intitolato “Abusi sessuali sui bambini da parte delle forze armate internazionali“, descrive episodi di stupri e sodomia subiti da giovani ragazzi da parte delle truppe di pace francesi, che avrebbero dovuto invece occuparsi della loro protezione in un centro per gli sfollati interni di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.

    “Gli abusi sessuali da parte del personale delle missioni di peacekeeping scoperti qui e il terribile disprezzo delle Nazioni Unite per le vittime è rivoltante, ma la tremenda verità è che questo non è raro”, ha detto Paula Donovan, co-direttore del gruppo di sostegno Aids Free World.

    L’Onu ha affrontato in passato numerosi scandali relativi alla mancata repressione dei crimini di pedofilia commessi dalle forze operanti nella Repubblica Democratica del Congo, in Kosovo e in Bosnia.

    L’organizzazione è stata anche accusata di non aver punito i crimini sessuali dei suoi soldati ad Haiti, nel Burundi e in Liberia.

    Secondo Paula Donovan, “la risposta istintiva delle Nazioni Unite agli episodi di violenza sessuale nei suoi ranghi – ignorare, negare, nascondere, dissimulare – deve essere esaminata da una commissione d’inchiesta veramente indipendente, con piena competenza e pieno potere di citazione in giudizio”.

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