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    La Commissione Ue taglia stime sul Pil per l’Italia e lancia allarme su deficit

    Credit: THIERRY CHARLIER/AFP
    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 7 Mag. 2019 alle 14:08 Aggiornato il 7 Mag. 2019 alle 14:19

    Ue stime di crescita maggio | Il 7 maggio 2019 la Commissione europea ha pubblicato le previsioni economiche di crescita dei singoli paesi membri.

    La commissione europea ha rivisto al ribasso le stime di crescita per l’Italia nel 2019. Secondo le previsioni economiche nel 2019 il PIl italiano crescerà dello 0,1%, e nel 2020 dello 0,7%.

    La commissione Ue ha lanciato un allarme su deficit e debito, che rischiano di andare fuori controllo senza l’aumento dell’Iva programmato.

    Dal tweet della Commissione europea si vede come l’Italia è il paese membro Ue con le previsioni di crescita più basse:

    In testa Malta con una crescita prevista del 5.5 per cento, seguita dalla Polonia al 4.2 per cento. Al terzo posto troviamo l’Irlanda con una stima di crescita al 3.8 per cento. A seguire Slovacchia, Ungheria e Romania.

    Se guardiamo la parte bassa della classifica troviamo Italia, Germania e Belgio.

    Prima della sua pubblicazione, gli analisti avevano avvertito che l’Ue avrebbe avuto un atteggiamento improntato alla cautela a causa delle incertezze che caratterizzano il panorama economico europeo.

    A pesare sulla stabilità dell’Ue sono principalmente la Brexit, i rapporti con la Cina e i dissidi interni da essi causati, l’esito delle elezioni europee e le tensioni commerciali innescate dagli Stati Uniti a livello internazionale.

    A ciò si aggiunge la reazione dei mercati al prossimo cambio di vertice delle istituzioni europee e della stessa Bce.

    L’Italia – La crescita nel primo trimestre dello 0,2 per cento (che ha permesso al paese di uscire dalla recessione tecnica) era la metà rispetto a quella registrata dall’Eurozona.

    Gli esperti temono che la crescita del periodo gennaio-marzo 2019 possa avere un carattere effimero se effettivamente fosse il risultato di un ‘rimbalzo’ delle esportazioni e della ricostituzione delle scorte di magazzino da parte delle aziende.

    Ad assumere una posizione cauta anche la Bankitalia, che alla vigilia del verdetto Ue aveva avvisato che la stabilità finanziaria del paese era a rischio a causa di particolari congiunture economiche e che l’alto debito pubblico rende l’economia italiana particolarmente esposta.

    Secondo gli analisti non dovrebbe esserci il rischio per l’Italia di incorrere in una procedura di infrazione per debito eccessivo, o almeno non fino al prossimo autunno. Il pericolo infatti è destinato a ripresentarsi quando il Governo dovrà rendere nota nel 2020 la nuova manovra e la soluzione che intende adottare rispetto all’aumento dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia.

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