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    Def, l’allarme di Tria: “Senza misure alternative ci sarà l’aumento dell’Iva”

    Il ministro dell'Economia Giovanni Tria (Credits: Alberto Pizzoli/Afp)
    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 17 Apr. 2019 alle 10:02 Aggiornato il 17 Apr. 2019 alle 10:04

    “Il governo italiano non ha affatto peccato di eccessivo ottimismo, come alcuni sostengono”, eppure “la legislazione vigente in materia fiscale è confermata in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative”.

    Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, durante la sua audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato difende il Def, approvato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana. (Qui TPI ha riassunto i contenuti del Documento di economia e finanza). Ma, di fatto, conferma anche che, al momento, rimane ufficiale l’aumento dell’Iva nel 2020.

    Al momento, dunque, lo scenario tendenziale (del Def, ndr) incorpora gli incrementi dell’Iva e delle accise dal 2020-2021″.

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    Un provvedimento, quello dell’aumento dell’Iva, che garantirebbe al governo circa 23 miliardi di euro, previsto dalle cosiddette clausole di salvaguardia concordate con l’Unione europea. Una sorta di “assicurazione” per coprire le eccessive spese previste nella Legge di bilancio, se non si riesce a trovare quelle risorse in altri modi, come ad esempio con la crescita.

    Sul tasso di crescita nel nostro paese, tagliato nel Def dall’1 per cento allo 0,1 per cento, Tria ha aggiunto: “Il perseguimento degli obiettivi in linea con le regole nazionali e comunitarie, nel breve termine, inevitabilmente attenua il ritmo di crescita dell’economia”.

    “Le tendenze dei primi due mesi – ha proseguito – mostrano dati incoraggianti, la produzione ha invertito il trend negativo e ha segnato due incrementi rilevanti a gennaio e febbraio con l’indice destagionalizzato superiore dell’1,3 per cento al livello medio del periodo precedente”.

    “Segnali positivi – ha aggiunto il ministro – arrivano anche dall’indice del settore terziario. Tutti elementi che lasciano ritenere che la previsione di crescita per il 2019 sia equilibrata e conferma in tal senso è arrivata ieri dall’Ufficio parlamentare di bilancio che ha validato il quadro programmatico”.

    Una battuta anche sullo spread: “Per far sì che scenda – ha detto Tria – saranno importanti i piani del governo e l’incisività delle riforme, ma anche gli orientamenti che il Parlamento avrà sul Bilancio”.

    Il titolare dell’Economia ha anche confermato l’intenzione di inserire, nella prossima Legge di bilancio, la flat tax: “Il prossimo anno continuerà il processo di riforma dell’imposta sui redditi, la cosiddetta flat tax, e di generale sistemazione del sistema fiscale per alleggerire il carico sui ceti medi”.

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