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    L’annuncio di Stellantis: “La gigafactory sarà costruita in Italia, a Termoli”

    L'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, e il presidente John Elkann. Credit: Stellantis
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 8 Lug. 2021 alle 15:26 Aggiornato il 8 Lug. 2021 alle 17:53

    Stellantis ha deciso di costruire in Italia la sua terza gigafactory europea, ma contrariamente a quanto sollecitato dai sindacati italiani e dagli locali piemontesi la mega-fabbrica delle batterie per auto elettriche non sarà a Mirafiori, bensì a Termoli.

    Lo ha annunciato l’amministratore delegato del gruppo, Carlos Tavares, oggi, giovedì 8 luglio 2021, durante l’EvDay 2021, l’atteso evento organizzato da Stellantis per illustrare i propri piani di elettrificazione.

    L’azienda nata quest’anno dalla fusione tra Fca e Psa investirà oltre 30 miliardi di euro entro il 2025 sull’elettrificazione: l’obiettivo è che entro il 2030 i veicoli elettrici arrivino a rappresentare oltre il 70% delle vendite in Europa e più del 40% di quelle negli Stati Uniti.

    Stellantis aveva già annunciato la realizzazione di una gigafactory negli Usa e di due in Europa: una in Francia e una in Germania. Da mesi era stata dichiarata anche l’intenzione di costruirne una terza nel Vecchio continente. In lizza c’erano Italia e Spagna.

    La fabbrica delle batterie rappresenta un’importante occasione di rilancio per l’automotive, a cavallo fra transizione ecologica, autosufficienza nella componentistica e prospettive occupazionali. I sindacati italiani avevano sollecitato il Governo Draghi a impegnarsi affinché Stellantis scegliesse l’Italia, indicando in particolare l’area di Mirafiori come sede ideale per l’investimento.

    “Con il supporto del governo italiano abbiamo individuato in Termoli la sede della nostra terza Gigafactory”, ha invece fatto sapere oggi Tavares.

    Nelle scorse settimane il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha incontrato i rappresentanti della Acc (Automotive Cells Company, ndr), la joint venture tra Setllantis e Total creata per realizzare le altre due gigafactory, in Francia e Germania.

    Cingolani si era detto ottimista sul fatto che la fabbrica delle batterie sarebbe stata in Italia, ma aveva precisato che non spetta all’esecutivo decidere dove farla. Parole che avevano irritato non poco i sindacati e le istituzioni locali torinesi, a cominciare dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

    La Fim-Cisl, peraltro, commenta positivamente l’annuncio di Tavares su Termoli. “L’obiettivo principale era fare in modo che la Gigafactory di Stellantis fosse localizzata nel nostro Paese”, osservano Roberto Benaglia, segretario generale Fim-Cisl, e Ferdinando Uliano, responsabile auto del sindacato bianco. “La Gigafactory in Italia è un passo importante nella direzione giusta. La decisione di posizionarla nella fabbrica di motori di Termoli consente di gestire la transizione con quella compatibilità sociale che come Fim-Cisl ribadiamo da tempo”.

    La Fiom-Cgil – con la segretaria Francesca Re David e il responsabile auto Michele De Palma – parla di “scelta importante che va nella direzione delle richieste sostenute dalle mobilitazioni che da tempo la Fiom con i lavoratori a partire da Torino e in tutta Italia avanzano da anni all’azienda e al Governo”.

    “Il progetto della gigafactory nel nostro Paese rappresenta l’opportunità di convertire gli impianti meccanici di Termoli tutelando l’occupazione”, scrivono in una nota le tute blu della Cgil. Che poi aggiungono: “L’investimento pubblico sulla gigafactory deve essere parte di un accordo generale, anche attraverso la presenza dello Stato, per recuperare il ruolo di regia delle politiche industriali nel settore. Il governo riconosca la necessità di dare una risposta alla mobilitazione dei lavoratori del polo torinese, delle istituzioni e delle imprese locali”.

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