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    Salario minimo, l’Ocse gela Di Maio: “Non è la soluzione ai problemi dell’Italia”

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 17 Giu. 2019 alle 18:27 Aggiornato il 18 Giu. 2019 alle 09:03

    Salario minimo Ocse – Il vicepremier M5s Luigi Di Maio sta premendo affinché in Italia venga approvato il salario minimo a 9 euro lordi l’ora. Una misura diventato il cavallo di battaglia del ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, ma che desta alcune preoccupazioni.

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    Se fissato a questa cifra sarebbe “il più elevato tra i Paesi Ocse” e “anche della maggioranza dei contratti collettivi esistenti”, ha spiegato l’economista dell’organizzazione con sede a Parigi, Andrea Garnero.

    La retribuzione minima “non è la soluzione alla questione salariale italiana o ai problemi del mercato del lavoro italiano. È uno strumento legittimo, interessante, con alcune potenzialità ma anche con alcuni limiti”, ha affermato Garnero.

    La posizione di Di Maio

    Parole ben diverse da quelle di Luigi Di Maio, che solo ieri ha pubblicato un posto su Facebook in cui sponsorizzava nuovamente la sua proposta.

    “Il salario minimo si farà, perché è nel contratto! E perché già esiste in molti Paesi europei! Nella legge Catalfo (M5S) prevediamo di fissare per legge una soglia di almeno 9 euro lordi l’ora al di sotto della quale non si può scendere. In sostanza, contratti da 3 o 4 euro l’ora come se ne vedono oggi non saranno più consentiti, perché 3 o 4 euro l’ora non è lavoro, è schiavitù”.

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    Il 17 giugno Luigi Di Maio ha deciso di accelerare l’iter del salario minimo e ha convocato una riunione di urgenza a palazzo Chigi sull’argomento.

    Il vicepremier intende approfondire il dossier e ha tenuto un incontro con la prima firmataria della proposta Nunzia Catalfo, con la viceministro al Mef, Laura Castelli e con i tecnici della materia.

    “Bisogna restituire dignità a milioni di lavoratori sottopagati, ma al contempo occorre aiutare anche le imprese uccise dalle tasse”, è stato il commento del vicepremier pentastellato durante la riunione convocata a palazzo Chigi.

    Le due proposte, sul salario e sulla riduzione del cuneo, saranno dunque parallele e la proposta sul cuneo fiscale verrà inserita nella legge di bilancio.

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