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    Rapporto Censis 2019: italiani sempre più arrabbiati, sfiduciati, razzisti e alla ricerca di un uomo forte che risolva i problemi

    È ciò che emerge dalla 53a edizione dell'annuale rapporto che ha analizzato "La società italiana al 2019"

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 6 Dic. 2019 alle 12:36 Aggiornato il 6 Dic. 2019 alle 13:16

    Rapporto Censis 2019: italiani sempre più arrabbiati e sfiduciati

    Gli italiani sono sempre più arrabbiati e sfiduciati: a dirlo è il rapporto Censis del 2019, che è stato presentato nella giornata di oggi, venerdì 6 dicembre.

    Giunto alla 53a edizione, il rapporto annuale, dal titolo “La società italiana al 2019”, interpreta, come di consueto, i più significativi fenomeni socio-economici del Paese nella fase di eccezionale trasformazione che stiamo vivendo da un decennio.

    Rapporto Censis 2019: italiani ansiosi, vogliono “uomo forte al potere”

    Quello che è emerge dal rapporto del 2019 è lo stato di incertezza, che interessa il 65 per cento degli italiani. Dalla crisi economica, l’ansia per il futuro e la sfiducia verso il prossimo hanno portato anno dopo anno ad un logoramento sfociato da una parte in “stratagemmi individuali” di autodifesa e dall’altra in “crescenti pulsioni antidemocratiche”, facendo crescere l’attesa “messianica dell’uomo forte che tutto risolve”.

    Il 48 per cento degli italiani, infatti, pensa che ci vorrebbe un “uomo forte al potere”, che non debba preoccuparsi di Parlamento ed elezioni.

    La ricerca dell’uomo forte è più sentita soprattutto nella parte bassa della scala sociale. La percentuale sale infatti al 56% tra le persone con redditi bassi e al 62% tra i soggetti meno istruiti, fino al 67% tra gli operai.

    Per il 69% degli italiani, inoltre, il Paese è ormai “in stato d’ansia”. Il 75% non si fida più degli altri, il 49% ha subito nel corso degli anni una prepotenza in un luogo pubblico (insulti o spintoni), il 44% si sente insicuro nelle vie che frequenta abitualmente, il 26% ha litigato qualcuno per strada.

    Censis: italiani incollati agli smartphone

    Quello che emerge dal rapporto del 2019, inoltre, è che gli italiani non possono fare a meno degli smartphone. Nel 2018, infatti, il numero dei cellulari ha superato quello delle tv. Il 25,8 per cento di chi possiede uno smartphone non esce di casa senza il caricabatteria al seguito.

    Oltre la metà (il 50,9 per cento) controlla il telefono come primo gesto al mattino o l’ultima attività della sera prima di andare a dormire.

    Gli italiani sono contrari a Italexit, migliora la fiducia nella Ue

    Secondo il rapporto, gli italiani hanno recuperato la fiducia nei confronti della Ue, anche se il 25 per cento vorrebbe comunque uscirne. Tuttavia, il 62 per cento degli italiani è convinto non si debba uscire dall’Unione Europea. Il 61 per cento, inoltre, è contrario al ritorno della lira, mentre il 24 per cento è favorevole.

    Il 49 per cento si dice contrario alla riattivazione delle dogane alla frontiere interne della Ue, considerate un ostacolo alla libera circolazione di merci e persone, il 32 per cento sarebbe invece per rimetterle.

    Censis 2019: aumento occupazione è un bluff

    L’aumento dell’occupazione nel 2018 (+321.000 occupati) e nei primi mesi del 2019 è un “bluff” che non produce reddito e crescita. quanto rileva il rapporto Censis 2019 secondo cui il bilancio della recessione è di -867.000 occupati a tempo pieno e 1,2 milioni in più a tempo parziale.

    Il part time involontario riguarda 2,7 milioni di lavoratori, con un boom tra i giovani (+71,6% dal 2007). Dall’inizio della crisi al 2018, le retribuzioni del lavoro dipendente sono scese di oltre 1.000 euro ogni anno. I lavoratori che guadagnano meno di  9 euro l’ora lordi sono 2,9 milioni.

    Per gli italiani c’è più razzismo

    Gli italiani sono convinti che gli episodi di razzismo siano aumentati a dismisura nell’ultimo anno. Il 69,8 per cento degli italiani, infatti,  è convinto che nell’ultimo anno siano aumentati gli episodi di intolleranza e razzismo verso gli immigrati.

    Un dato netto, confermato trasversalmente, con valori più elevati al Centro Italia (75,7 per cento) e nel Sud (70,2 per cento), tra gli over65 (71 per cento) e le donne (72,2 per cento).

    Per il 58 per cento degli intervistati è aumentato anche l’antisemitismo.

    Il 50,9 per cento di chi pensa che ci sia stato un aumento degli episodi di razzismo li attribuisce alle difficoltà economiche e all’insoddisfazione generale della gente. Il 35,6% invece li motiva con l’aumento della paura di essere vittima di reati, il 23,4 per cento ritiene che dipendano dal fatto che ci sono troppi immigrati e il 20,5 per cento pensa che gli italiani siano poco aperti e disponibili verso i migranti.

    Sembra essere tornato anche l’odio verso gli ebrei: un cittadino europeo su due, infatti, considera l’antisemitismo un problema nel proprio Paese. In Italia a pensarla così è il 58 per cento della popolazione.

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