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    Quantitative easing: significato. Cos’è il piano di acquisto di titoli della Bce

    Mario Draghi, presidente della Bce dal primo novembre 2011 al 31 ottobre 2019. Credit: Afp/Arne Dedert/dpa

    Lo strumento non convenzionale introdotto da Mario Draghi per stimolare l'economia della zona Euro

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 12 Set. 2019 alle 14:16 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 14:17

    Quantitative easing: significato

    “Quantitative easing” è una espressione che ricorre spesso nelle cronache economiche, in particolare quando si parla della zona Euro e delle decisioni della Banca centrale europea (Bce) in materia di politica monetaria. Ma cosa significa Quantitative easing? E perché se ne discute tanto?

    Il Quantitative easing (che in italiano significa “alleggerimento quantitativo”) è uno strumento di politica monetaria a cui le banche centrali possono fare ricorso, quando c’è una crisi di liquidità, per tentare di aumentare i volumi di denaro in circolazione.

    Si tratta di uno strumento non convenzionale, ossia che non rientra tra quelli comunemente usati dalle banche centrali. In pratica è una sorta di eccezione alla regola che viene adottata quando la gravità della situazione lo richiede.

    Di regola, l’attività delle banche centrali si limita a interventi sui tassi di interesse di riferimento con cui viene prestato denaro ai singoli istituti di credito.

    Intervenire sui tassi d’interesse di riferimento è uno degli strumenti di politica monetaria di cui le banche centrali dispongono per tentare di regolare l’inflazione.

    I tassi vengono alzati quando si punta a contrastare l’inflazione. Tassi d’interesse più alti scoraggiano l’accesso al credito per famiglie e imprese: diminuiscono mutui e prestiti e questo provoca una diminuzione del denaro circolante e un abbassamento del potere d’acquisto.

    Al contrario i tassi di riferimento vengono abbassati quando si vuole stimolare l’inflazione. Tassi d’interesse bassi favoriscono l’accesso al credito per famiglie e imprese: mutui e prestiti tendono ad aumentare il volume del denaro circolante e quindi anche il potere d’acquisto.

    Quando questi interventi sui tassi non producono gli effetti sperati, ossia quando nemmeno tassi di interesse ai minimi riescono a dare un impulso all’economia, allora una banca centrale può decidere di ricorrere al Quantitative easing.

    Il Qe, tecnicamente, consiste nell’acquisto di titoli di Stato o altre obbligazioni sul mercato: in questo modo viene “iniettata” nuova moneta nel sistema finanziario, con l’obiettivo di ridurre il costo del denaro e favorirne quindi la circolazione attraverso prestiti e transazioni. Il Quantitative aasing serve, in pratica, a stimolare l’economia quando questa attraversa un momento di crisi.

    Bce: Draghi annuncia un nuovo Quantitative easing da novembre 2019
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