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    PNRR: Giovani, Impegno e Cultura le tre parole chiavi per gli esperti

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 22 Feb. 2022 alle 12:20

    Il PNRR, ovvero Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ormai da mesi siamo abituati a sentire, è un acronimo dietro cui si celano riforme e opere mai riuscite prima e risposte ad una realtà che neppure esisteva un paio d’anni fa, quando l’emergenza da Covid-19 era nemmeno lontanamente immaginabile.

    Sintetizzare in poche righe il contenuto delle oltre 260 pagine di cui è composto non è facile, ma una volta analizzata e declinata la sua struttura ci sono tre parole chiave su cui è bene focalizzarsi secondo gli esperti legali in diritto amministrativo:

    1.Giovani

    “I giovani sono di sicuro la prima parola chiave da tenere in considerazione– commenta Anna Maria Desiderà, avvocato cassazionista diRödl& PartnerIl Piano, infatti, dice che lascerà una preziosa eredità alle generazioni future’ e questo è certamente quello che auspichiamo. Giovani, quindi, non soltanto perché destinatari diretti di misure e riforme volte all’abbattimento delle barrire di genere, territoriali e anagrafiche ma soprattutto perché ispiratori di tutte le scelte che, avendo a cuore il loro interesse, dobbiamo compiere in ogni campo.”

    2.Impegno

    “Il Pnrr è un’occasione unica – sottolinea l’avvocato Desiderà di Rödl & PartnerIl Governo ha fatto la sua parte creando la macchina organizzativa, spetta a ciascuno di noi, nel rispettivo ambito di competenza, farsi promotore, protagonista o comunque artefice di un cambiamento di qualità, di progetti che ci rendano fieri di essere stati parte della rinascita del Paese. Tutto questo si traduce nella seconda parola chiave, ovvero impegno.”

    3.Cultura

    La terza parola è cultura – spiega l’esperta di di Rödl & PartnerMi piace pensare che alla coralità di intenti corrisponda un incessante lavoro di gruppo, ove le diverse autorità competenti, i privati, le associazioni di categoria, assieme a destinatari e realizzatori possano arricchirsi reciprocamente in modo che la ‘preziosa eredità’ per le nuove generazioni non stia solo nel singolo progetto realizzato, ma appunto nella nuova cultura sociale che si è formata nel dargli vita.”

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