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    L’allarme dell’Ocse sull’Italia: nel 2019 pil fermo, solo +0,6% nel 2020

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 21 Mag. 2019 alle 11:19

    PIL ITALIA – Segnali negativi per l’economia italiana. Resta immutato l’allarme dell’Ocse sulla situazione dell’Italia. Secondo l’Economic Outlook presentato oggi a Parigi, la crescita del nostro Paese ristagnerà nel 2019 e resterà modesta, allo 0,6%, nel 2020. Ma le prospettive sono negative anche per i conti pubblici. Il rapporto stima che il rapporto deficit/Pil dovrebbe crescere ulteriormente, dal 2,4% del 2019 al 2,9% nel 2020, portando il debito pubblico al 135% del Pil nello stesso anno.

    Pil Italia | Dati Ocse

    “Il previsto e sostanzioso aumento delle spese sociali aiuterà a ridurre la povertà”: è quanto afferma l’Ocse nella scheda consacrata all’Italia dell’Economic Outlook presentato oggi a Parigi, sottolineando che la spesa sociale “dovrebbe essere equa tra generazioni e al tempo stesso promuovere anche la crescita dell’occupazione, in particolare tra donne e giovani”.

    In Italia 14,1 milioni di persone beneficiano di 10 ‘condoni’

    L’elevato rapporto tra debito pubblico e Pil tiene l’Italia in una posizione “vulnerabile rispetto alle variazioni dei tassi di interesse, limitando le scelte politiche per stimolare la crescita e perseguire obiettivi sociali”: è quanto si legge nell’Economic Outlook dell’Ocse presentato oggi a Parigi. L’organismo internazionale invita quindi il governo ad attuare un “piano di riforma a medio termine chiaro e credibile per stimolare la crescita e ridurre il rapporto debito/Pil”. Un “prerequisito”, prosegue l’organismo, per migliorare la “credibilità” di bilancio e ridurre i tassi di interesse che pesano sul debito italiano.

    La disoccupazione dell’Italia ha “smesso di diminuire e resta alta, soprattutto tra giovani e donne”: è quanto si legge nell’Economic Outlook dell’Ocse presentato oggi a Parigi. Secondo l’Ocse, inoltre, il lento aumento del tasso di disoccupazione e la crescita dei risparmi delle famiglie “trattiene i consumi privati, in un contesto in chi la bassa domanda esterna e le tensioni commerciali a livello globale colpiscono l’export”.

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