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    Titoli tossici Mps, al ministero dell’Economia c’è una bomba pronta a esplodere

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 22 Apr. 2022 alle 14:40 Aggiornato il 22 Apr. 2022 alle 14:40

    Guido Crosetto, ex deputato di Fratelli d’Italia, si è lanciato in una previsione su Twitter: «Tra qualche mese qualcuno farà finta di accorgersi del problema Amco. E cadranno tutti dalle nuvole come per Saipem». Amco è la finanziaria del Mef che acquista i crediti deteriorati delle banche con l’obiettivo di recuperarne sul mercato almeno una parte.

    Dopo Crosetto, anche la Corte dei Conti ha alzato le sopracciglia. Colpa dei 7,7 miliardi di crediti deteriorati che Amco ha comprato nel 2020 da Mps: operazione che ha costretto la società – fatturato annuo sui 300 milioni – a indebitarsi per circa 4 miliardi. Analizzando quell’affare, i giudici contabili hanno rilevato «un profilo di obiettiva criticità e rischio».

    Per cautelarsi, Amco ha quindi dovuto accantonare mezzo miliardo di euro, chiudendo così il 2021 con un rosso di 422 milioni. Ma non è tutto: grazie a un emendamento infilato nell’ultima Legge di Bilancio, la controllata del Mef è stata svincolata dal rispetto della spending review. Perché? Perché presto potrebbe comprare un altro malloppo di titoli tossici di Siena.

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