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    “Il reddito di cittadinanza è assistenzialismo”, gli economisti al Festival di Trento bocciano Di Maio

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 1 Giu. 2019 alle 08:20

    REDDITO DI CITTADINANZA NEWS – Bocciato il reddito di cittadinanza. “È uno strumento di assistenza sociale”. Gli economisti riuniti al Festival di Trento non hanno alcun dubbio: il reddito di cittadinanza non è altro che un’evoluzione del Rei, il reddito d’inclusione approvato dal governo Gentiloni.

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    La vera differenza, sostiene per esempio Philippe Van Parijs economista e filosofo belga, “è che il Rei aveva risorse decisamente limitate – le sue parole riportate da Business Insider – . Per certi aspetti il reddito di cittadinanza mi piace, ma mi chiedo come possa funzionare con tutta la struttura burocratica che è stata creata intorno, a cominciare dai Navigator. Una figura che ho scoperto qui, a Trento”.

    Hilary Hoynes, docente all’Università di California Berkeley e membro dell’American Academy of Art and Sciences: “Le forme di sostegno per chi non ha redditi o per chi li ha insufficienti sono una scelta indispensabile in una società più equa, ma le modalità con cui questi programmi si applicano hanno molte importanti variabili. Per non incorrere in troppo onerosi impegni da parte dello Stato è necessario progettare attentamente le politiche”.

    A differenza del reddito di cittadinanza, il reddito universale – secondo gli economisti – andrebbe riconosciuto indistintamente a tutti: a chi lavora, come a chi neppure cerca un impiego. E in più dovrebbe essere “sufficiente a soddisfare i bisogni di base. Trovare il giusto equilibrio – ha detto l’economista americana – è difficile perché più l’assegno è alto, più la misura è universale, ma diventa più costosa per lo Stato”.

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    “In Italia – ha osservato Hoynes – il reddito di cittadinanza è piuttosto una forma di welfare, ma apre l’interrogativo se si tratti davvero di un progresso verso la protezione sociale. I suoi limiti vanno dal fatto che si tratta di un sostegno a termine, che non prevede la necessità di un reddito minimo sussistente, che è troppo oneroso dal punto di vista burocratico e può scoraggiare chi tenta di entrare nel mondo del lavoro”.

    Dello stesso avviso Van Parijs: “Il reddito universale è una misura più ambiziosa che in Italia non esiste. La vera domanda che dobbiamo porci è se sia una misura sostenibile perché così, nella sua accezione più completa non esiste da nessuna parte. Dal punto di vista economico dipende dal livello dell’assegno e anche dall’immigrazione; sotto l’aspetto politico è evidente che si tratti di una manovra populista di sinistra. Per questo c’è molta discussione sul tema”.

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