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    Reddito cittadinanza, arriva la norma contro i “furbetti” del divorzio. Trovato l’accordo M5s-Lega

    Non trovano invece accordo le altre proposte di modifica al decreto, niente incentivi infatti per le famiglie che assumono colf e badanti

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 19 Feb. 2019 alle 21:02 Aggiornato il 21 Apr. 2019 alle 16:16

    È stato trovato l’accordo sulla stretta per impedire la corsa ai finti divorzi per beneficiare del reddito di cittadinanza. La commissione Lavoro del Senato ha approvato l’emendamento della Lega che impone a tutti coloro che faranno domanda per il reddito di cittadinanza e che si siano separati o divorziati dopo il 1 settembre 2018, di certificare con “apposito verbale della Polizia locale” di non risiedere effettivamente più insieme.

    Via libera anche alla proposta di modifica, sempre dalla Lega, che prevede che per chi richiede il beneficio, i requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno devono essere cumulativi.

    Non trovano invece accordo le altre proposte di modifica al decreto, niente incentivi infatti per le famiglie che assumono colf e badanti.

    Il reddito di cittadinanza, la proposta simbolo del M5s, è stato approvato il 17 gennaio 2019 nel “decretone” contenente anche la riforma delle pensioni. Il decreto, firmato da Sergio Mattarella il 28 gennaio e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, attende ora di essere convertito in legge entro 60 giorni.

    Il 4 febbraio il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha presentato il sito ufficiale del reddito di cittadinanza e la RdC card, la carta con la quale sarà possibile spendere – a partire dal 1 aprile – questo sussidio economico.

    Qui alcuni link utili sul reddito di cittadinanza:

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