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    Reddito di cittadinanza, nella città di Luigi Di Maio lo ricevono 12mila abitanti (su 39mila)

    Da quando i cittadini hanno ottenuto il sussidio, ossia sei mesi fa, nessuno ha mai ricevuto una proposta di lavoro. Nemmeno è stato chiamato per un impiego socialmente utile dal Comune

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 3 Nov. 2019 alle 14:48 Aggiornato il 11 Nov. 2019 alle 15:00

    Reddito di cittadinanza, nella città di Di Maio lo ricevono 12mila abitanti

    Il reddito di cittadinanza è un flop anche nella città di Di Maio. A gennaio 2019, Luigi Di Maio e i colleghi del Movimento Cinque Stelle avevano organizzato un convegno per presentare il tanto atteso “reddito di cittadinanza”, in tale occasione intervennero anche Lino Banfi e Davide Casaleggio.

    L’allora ministro del Lavoro descrisse il Reddito di cittadinanza come “non un semplice sussidio, ma una rivoluzione del mondo del lavoro”. In questo modo il Movimento Cinque Stelle annunciava l'”abolizione della povertà”, ma specificava che “è uno strumento di politica attiva del lavoro, non solo di erogazione di un sussidio”.

    Secondo l’approfondimento realizzato da La Stampa, le cose non stanno proprio così.

    In Italia sono 982.000 le persone che hanno diritto al reddito di cittadinanza. Con 100.416 domande accolte su 142.764 presentate, la provincia di Napoli è quella con più persone coinvolte.

    A Pomigliano d’Arco, il comune di Luigi Di Maio, su 39mila abitanti, 12mila hanno ottenuto il sostegno economico.

    Ma da quando hanno ottenuto il sussidio, ossia sei mesi fa, nessuno ha mai ricevuto una proposta di lavoro. Nemmeno è stato chiamato per un impiego socialmente utile dal Comune. Il sindaco Lello Russo, spiega alla Stampa, che non è ancora pronta la normativa.

    “Se io mettessi un bando da 10 milioni per chi scova un solo posto di lavoro nel circondario, quei soldi resterebbero al sicuro nelle casse del comune”, spiega il sindaco.

    Intanto gli aventi diritti al sussidio, vanno in giro con la tessera gialla delle poste. Hanno l’obbligo di spendere tutti i soldi entro la fine del mese. Comprano beni di prima necessità, cancelleria scolastica, biancheria intima.

    Di Maio ha casa a Pomigliano d’Arco, dove negli ultimi due anni sono arrivate troupe e inviati per carpire segreti e storie sulle sue origini politiche.

    Ma la città nella quale ha vissuto, fino all’expolit alla Camera dei Deputati e poi come capo politico del M5S e vicepremier, resta un comune dove la piaga della disoccupazione è al primo posto.

    Pomigliano è il comune di Mimmo Mignano, operaio licenziato FCA, l’ex Alfasud dei tempi dell’IRI, che si era dato fuoco sotto la sua abitazione.

    A Pomigliano c’è bisogno di lavoro. Il 4 settembre al Mise si è rinegoziata la cassa integrazione per 4.500 lavoratori della FCA.

    FCA è finalmente pronta a mettere sul tavolo un cospicuo investimento per il sito campano che, nei prossimi mesi, vedrà l’avvio di due nuove produzioni: Tonale, il C-suv che Alfa Romeo ha presentato a marzo al Salone di Ginevra, e la prima Fiat Panda elettrificata, un’ibrida.

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