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    Camera dei deputati, arriva il nuovo concorso: a luglio bando per 300 posti

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 9 Mag. 2019 alle 16:15 Aggiornato il 9 Mag. 2019 alle 16:21

    Concorso Camera dei deputati – È in arrivo un nuovo concorso alla Camera dei deputati. Montecitorio, come rivelato da Il Tempo, si prepara infatti a far uscire l’atteso “concorsone”: la pubblicazione del primo dei quattro bandi, che metterà a disposizione un totale di 300 posti, è prevista per luglio 2019.

    Come spiegato dal quotidiano romano il primo bando “sarà riservato all’assunzione di consiglieri parlamentari“. Ma quali sono i requisiti? Naturalmente per i dettagli è necessario attendere l’estate e la pubblicazione ufficiale del bando di concorso, ma quello che sappiamo ora è che “sarà richiesta la laurea quinquennale” e che la selezione prevederà “due prove scritte e due orali”.

    E proprio per quanto riguarda le materie oggetto delle prove, quella scritta prevederà diritto, politica economica e storia d’Italia, mentre quella orale tratterà le stesse materie della parte scritta con l’aggiunta di un test di lingua in cui il candidato sarà chiamato a dimostrare la conoscenza di una lingua straniera a scelta tra inglese, francese e spagnolo.

    “Attualmente i consiglieri parlamentari sono 127 e svolgono funzioni di organizzazione e direzione amministrativa, di revisione e controllo delle procedure contabili, di certificazione, di consulenza procedurale, di studio e di ricerca, di assistenza giuridico-legale, di organizzazione e direzione delle attività connesse alle relazioni istituzionali con enti nazionali e internazionali”, ha spiegato sempre Il Tempo.

    Relativamente, invece, allo stipendio, questo per il primo bando dovrebbe variare dai 65 mila euro lodi annui ai 360 mila, fascia di contribuzione a cui si arriva dopo quarant’anni di servizio.

    Passati dieci anni dall’assunzione, invece, la retribuzione diventa di 146 mila euro lordi.

    “Gli stipendi dei nuovi assunti – si legge sempre nell’articolo del quotidiano – saranno comunque stabiliti dall’ufficio di presidenza dopo un confronto, aperto già dal presidente Fico, con i sindacati. I compensi attuali, che sono già stati ridotti negli ultimi anni dalla presidenza targata Boldrini, dovrebbero essere ritoccati verso il basso”.

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