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    Nuova Alitalia, soliti buchi: Ita Airways perde 2 milioni al giorno

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 6 Mag. 2022 alle 08:32 Aggiornato il 6 Mag. 2022 alle 09:13
    Nei suoi primi due mesi e mezzo di vita la nuova compagnia aerea di bandiera Ita Airways ha perso in media 1,9 milioni di euro al giorno. Il Ministero dell’Economia – unico socio – ha approvato il bilancio del 2021, anno iniziato di fatto lo scorso 15 ottobre in coincidenza con il primo volo decollato da Milano Linate: a fronte di 1,26 milioni di passeggeri trasportati e 86 milioni di fatturato, si contano 149 milioni di rosso. Un buco che include i 90 milioni pagati per mettere le mani sul marchio Alitalia, mentre l’acquisizione del ramo aviation dall’ex vettore pubblico è stata conclusa per la somma simbolica di un euro.
    E dire che a ottobre, all’inizio dell’avventura, il presidente Alfredo Altavilla (ex braccio destro di Sergio Marchionne in Fiat) aveva dichiarato: «I nostri azionisti sono gli italiani, a loro dobbiamo dimostrare che non butteremo i soldi pubblici. Ita Airways può essere redditiva perché nasce con le giuste dimensioni industriali, come flotta aerea e come dipendenti». Se questi sono i primi risultati economici, significa che evidentemente qualcosa non è andato secondo previsione (su TPI eravamo stati facili profeti, avvertendo già a ottobre che il piano industriale scricchiolava).Intanto, per Altavilla e per il direttore generale Fabio Lazzerini il Tesoro ha dato il via libera a una retribuzione di 400mila euro lordi ciascuno.
    Entrambi avranno diritto poi a ulteriori 400mila euro in caso di raggiungimento di alcuni obiettivi, il più importante dei quali è sostanzialmente la vendita della compagnia ai privati. Proprio nei giorni scorsi si è aperta la data room per consentire ai potenziali acquirenti di esaminare la situazione contabile della società. Le cordate interessate al momento sono tre: la prima vede il gruppo navale Msc al fianco della compagnia aerea tedesca Lufthansa, la seconda è costituita dall’alleanza tra il fondo statunitense Certares e i due giganti aerei Delta e Air France, poi c’è il fondo di private equity Indigo.
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