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    Reddito di cittadinanza, le proposte di modifica del nuovo governo

    In vista della prossima manovra economica, si pensa agli aggiustamenti da apportare al sussidio

    Di Maria Teresa Camarda
    Pubblicato il 11 Set. 2019 alle 11:28 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 12:54

    Reddito di cittadinanza, le proposte di modifica

    Modificare i requisiti per il reddito di cittadinanza: potrebbe essere questa la prima delle revisioni che il nuovo governo Pd-M5s ha in mente per il sussidio. Un’altra proposta di modifica riguarda invece le sanzioni per chi non si presenta ai colloqui di lavoro organizzati dai navigator e per chi fa il “furbetto”.

    “Dobbiamo cercare di farlo funzionare”, ha detto la neo ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, in un’intervista al Messaggero. “Ma non si tocca”, ha ribadito. D’altronde, essendo una misura a firma M5s è difficile che ci siano molti margini di manovra. A differenza, per esempio, di quanto potrebbe accadere a Quota 100.

    REQUISITI

    L’ipotesi sul tavolo, quindi, è quella di rivedere i requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza. E già dal 2019 probabilmente. Stando a quanto riporta il quotidiano online Corriere Economia, ci si sarebbe accorti, per esempio, che le regole applicate fino a oggi tendono a svantaggiare le famiglie numerose a favore di chi vive da solo. Un effetto dovuto al metodo di calcolo delle graduatorie rispetto all’Isee, l’indicatore che misura la ricchezza dei nuclei familiari. Questo metodo utilizzato dall’Inps per il reddito di cittadinanza potrebbe essere rivisto a vantaggio delle famiglie numerose.

    SANZIONI

    Sul piano delle sanzioni, l’idea è quella di un rafforzamento delle sanzioni per i “furbetti”, ovvero per chi prende il sussidio ma lavora anche in nero. Oggi è prevista la reclusione da due a sei anni, ma potrebbe essere prevista una pena più grave.

    Così come, meno tolleranza ci sarà per chi non si presenterà ai colloqui di lavoro organizzati per i beneficiari del reddito di cittadinanza. “Dovremo cercare il modo di parlare con il mondo del lavoro sempre di più”, ha spiegato la ministra Catalfo.

    La legge attualmente prevede queste sanzioni: sospensione del bonus per un mese a chi diserta il primo colloquio. Poi, due mensilità decurtate a chi è assente al colloquio per la seconda volta. Infine, decadenza del reddito di cittadinanza alla terza assenza. Tra le ipotesi che circolano ci sarebbe l’intenzione di revocare il sussidio economico già alla seconda assenza ingiustificata. E così perdere il reddito di cittadinanza. All’Inps il compito di effettuare le segnalazioni. A disposizione degli utenti anche un numero verde per informazioni o segnalazioni.

    La manovra economica 2020

    Eventuali modifiche al reddito di cittadinanza saranno discusse dalle due forze di governo e inserite nella prossima legge di Bilancio, che dovrà essere approvata entro dicembre 2019. E con il benestare dell’Unione europea, che guarderà con attenzione soprattutto al rapporto tra debito pubblico e Pil.

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