Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Economia
  • Home » Economia

    Crisi aziendali, Carmelo Barbagallo (Uil): “Le aziende private hanno lasciato il deserto produttivo”

    Alla manifestazione organizzata dai sindacati sulle crisi aziendali è intervenuto anche il Segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo che ha ribadito a TPI la necessità di far ripartire l'economia

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 10 Dic. 2019 alle 13:50 Aggiornato il 10 Dic. 2019 alle 13:51

     

     

    Crisi aziendali, Barbagallo(Uil): “Aziende private lasciano deserto produttivo”

    “Il Paese ha un problema di mancanza di produttività e capacità imprenditoriale, e non riesce a controllare le multinazionali e le aziende private che ci lasciano il deserto produttivo. Bisogna reinventarsi degli strumenti”. Alla manifestazione organizzata dai sindacati sulle crisi aziendali si rivolge così al governo il Segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo.

    Nella mattina di oggi, martedì 10 dicembre, i sindacati hanno manifestato a Roma, in piazza Santi Apostoli, per riportare al centro del dibattito politico il lavoro e per chiedere una soluzione alla tormentata vicenda dell’Ex Ilva. Una soluzione che non può essere certamente il piano industriale presentato la scorsa settimana da Mittal, che prevede tra le altre cose 4.700 esuberi.

    “Dobbiamo far ripartire l’economia per evitare che si sbricioli il Paese, per evitare che i pensionati non diventino gli ammortizzatori sociali. Lo Stato deve fare la propria parte”.

    Le crisi aziendali sul tavolo del governo sono 160: “Sono talmente tante che non si riesce nemmeno a raccontarle tutte”, prosegue Barbagallo. “Dobbiamo salvaguardare i posti di lavori e servono gli ammortizzatori sociali finché sarà necessario”.

    “La crisi imprenditoriale e industriale è latente, noi non possiamo permetterci di lasciare da soli questi lavoratori e le loro famiglie”.

    Leggi anche:
    Ex Ilva, Landini: “Mittal deve rispettare l’accordo, l’ingresso dello Stato può essere il segnale che l’Italia vuole continuare a produrre acciaio”
    Ex Ilva, Landini a TPI: “Lo Stato entri come azionista, l’Italia non può perdere l’acciaio”
    L’acciaio vale il 2,5% del Pil italiano: se chiude l’Ilva è un duro colpo per l’economia nazionale
    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version