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    Bonus Befana, cosa è e come funziona l’ultima proposta contro l’evasione fiscale

    L'idea per incentivare i pagamenti con carte e bancomat

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 30 Set. 2019 alle 14:42 Aggiornato il 30 Set. 2019 alle 16:56

    Bonus Befana, cosa è e come funziona

    Si chiama Bonus Befana l’ultima proposta finita sul tavolo del governo nei giorni in cui si tirano le somme sulla manovra economica, l’attesa legge di Bilancio per il 2020. Si tratta di un “superbonus” per chi paga con carte e bancomat che ha un obiettivo chiaro: ridurre l’utilizzo del contante e di conseguenza l’evasione fiscale. Qui spieghiamo cosa è e come funziona.

    Cosa è il Bonus Befana

    Il Bonus Befana è un bonus destinato a chi compie le normali spese nei settori più a rischio evasione fiscale pagando alla cassa con carte e bancomat.

    Come funziona

    Il bonus viene potrebbe essere abbinato al meccanismo del cashback mensile su tutti i pagamenti tracciabili e da dare tutto in una volta, magari a inizio anno. Per questo viene definito Bonus Befana. Il governo potrebbe inserirlo all’interno di un più vasto piano di revisione della tassazione Iva, della “nuova Iva”, con una rimodulazione delle aliquote.

    In caso di approvazione della proposta nei primi giorni del 2021 chi nel 2020 ha fatto pagamenti elettronici per una soglia minima da definire nei settori a più alto rischio nero, come ad esempio i ristoranti o gli idraulici, potrebbe ricevere una somma massima fino a 500 euro come detrazione fiscale.

    Si parla anche di superbonus del 19 per cento fino a 2500 euro di spesa. L’idea è quella di restituire fino a 475 euro ai contribuenti che nell’anno precedente abbiano speso fino a 2500, con carta o bancomat, per spese in alcuni settori che sono più a rischio evasione.

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    Per quanto riguarda la rimodulazione dell’Iva, con il nuovo regime le aliquote oggi al 10 per cento e al 22 per cento potrebbero salire rispettivamente all’11,5 per cento e al 23,5 per cento, ma questo avverrebbe solo per i pagamenti in contanti. Per chi invece paga con moneta elettronica, carta di credito o bancomat, l’imposta potrebbe calare di tre punti percentuali. Lo sconto di tre punti riguarderebbe anche l’aliquota più bassa, quella al 4 per cento, che quindi finirebbe giù fino all’1 per cento.

    A cosa serve

    Lo scopo è quello di incentivare l’utilizzo di carte come carte di credito e bancomat, la cosiddetta moneta elettronica, e la tracciabilità dei pagamenti. Secondo le previsioni degli esperti questo dovrebbe limitare in maniera considerevole l’evasione fiscale.

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