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Nuova scoperta a Pompei, ritrovato uno scheletro nella Casa con giardino

Di TPI
Pubblicato il 27 Ott. 2018 alle 07:08 Aggiornato il 27 Ott. 2018 alle 12:33

L’ultima scoperta di Pompei è uno scheletro ritrovato nella Casa con Giardino. Fa parte di un gruppo di, probabilmente, 6 scheletri rinvenuti nella cosiddetta “stanza delle ossa”, una camera dove un gruppo di persone ha cercato rifugio invano nel giorno dell’eruzione, che si fa risalire probabilmente al 24 ottobre del 79 dC. Oggi 1939 anni fa.

Nella stessa stanza è stato trovato anche un tunnel borbonico, ossia un buco in un muro dove i tombaroli non si sa bene di che epoca, dal medioevo in poi, sono entrati e hanno rovistato tra i detriti distruggendo qualsiasi cosa per cercare un tesoro.

È così che parte degli scheletri che erano integri si sono scomposti mischiandosi a detriti di lapilli e scomponendo tutti. Una parte è ancora intatta e riguarda la foto dello scheletro. Una settimana fa, il 16 ottobre 2018, era stata scoperta una scritta in carboncino che ha fatto slittare di due mesi la distruzione di Pompei.

Fino ad ora si credeva infatti che l’eruzione del vulcano si fosse verificata il 23 agosto del 79 d.C. Mentre questa nuova scoperta potrebbe ridatare la distruzione della città di Pompei al 24 ottobre del 79 d.C.

La “scoperta straordinaria”, come l’ha definita il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, è stata fatta durante gli scavi nella Regio V di Pompei, nell’ambito degli interventi di manutenzione e messa in sicurezza dei fronti di scavo previsti dal Grande Progetto Pompei.

La scritta è datata al sedicesimo giorno prima delle calende di novembre corrispondente al 17 ottobre. Essendo carboncino, e quindi fragile ed evanescente, che non avrebbe potuto resistere a lungo nel tempo, è più che probabile che si tratti dell’ottobre del 79 d.C, una settimana prima dell’eruzione.

Il ministro Bonisoli ha dichiarato: “ci fermavamo alla datazione della lettera di Plinio che fissava l’eruzione al 23 agosto. Può darsi, un po’ di più del può darsi, che qualche amanuense nel corso del Medioevo abbia fatto una trascrizione non fedele e per tanto tempo abbiamo pensato che l’eruzione fosse stata ad agosto. Oggi con umiltà stiamo riscrivendo i libri di storia”.

Il direttore generale Massimo Osanna ha raccontato: “È un pezzo straordinario di Pompei datare finalmente in maniera sicura l’eruzione. Già nell’800 un calco di un ramo che fa bacche in autunno aveva fatto riflettere, oltre al rinvenimento di melograni e dei bracieri”.

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