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Salone del Libro, Zerocalcare su Altaforte: “Decisione logica, per fortuna è finita bene”

Zerocalcare
Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 10 Mag. 2019 alle 17:49 Aggiornato il 10 Mag. 2019 alle 17:54

Salone del libro 2019 news Zerocalcare Altaforte – Zerocalcare arriva a Torino e, tra un “disegnetto” e l’altro, torna a parlare della polemica sullo stand della casa editrice Altaforte, vicina agli ambienti di CasaPound.

La decisione che è stata presa è quella più logica. Questa vicenda, per fortuna, è finita bene. Io non volevo ritrovarmi accanto ai fascisti”. Queste le parole del fumettista di Rebibbia, che nei giorni precedenti all’appuntamento torinese, insieme ad altri autori, aveva promosso di boicottare la manifestazione.

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“Qualcuno ha sollevato il problema di avere un’organizzazione neofascista che cercava di stare all’interno di questo spazio e di accreditarsi in questo mondo. Qualcuno ha detto che non voleva stare vicino a loro e io, per primo, non volevo trovarmi accanto a chi ha dato coltellate ai miei fratelli”, ha continuato Michele Rech – questo il vero nome dell’artista romano. [Qui l’articolo sulle polemiche]

“Mi sembra che questa battaglia abbia raccolto un ampio fronte e lo stesso Museo di Auschwitz si è esposto in questo senso”, ha aggiunto ancora Zerocalcare.

Zerocalcare boicotta il Salone del Libro: “Ogni volta che vado a pisciare non voglio incrociare chi ha accoltellato i miei fratelli”

E, infatti, motore del dissenso è stato proprio il museo del campo di concentramento nazista che, con una lettera inviata al Comune di Torino, aveva comunicato che se ci fosse stato lo stand di CasaPound loro avrebbero tenuto l’incontro con la sopravvissuta all’Olocausto Halina Birenbaum lontano dal Salone.

“Non si può chiedere ai sopravvissuti di condividere lo spazio con chi mette in discussione i fatti storici che hanno portato all’Olocausto, con chi ripropone una idea fascista della società”, c’era scritto sulla lettera invita alla sindaca Chiara Appendino.

Salone del Libro, Zerocalcare lascia i fumetti (per un po’)
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