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A Roma, la Reggia di Nerone riapre le porte: tutto quello che c’è da sapere sul sito archeologico

Statua di Nerone
Di Maria Elena Gottarelli
Pubblicato il 15 Apr. 2019 alle 12:26 Aggiornato il 15 Apr. 2019 alle 14:08

Meraviglia e declino sono due parole che vanno spesso a braccetto per descrivere Roma. Per una volta, però, ci sono buone notizie: l’antica Reggia di Nerone sul Palatino, dopo dieci anni di studio e di restauro, riapre le porte al pubblico, e con delle novità sorprendenti.

Antichi affreschi e reliquie appartenuti originariamente alla Reggia e trasferiti altrove nel corso della storia tornano dopo anni alla loro originaria collocazione. Per scoprirli, i visitatori potranno usufruire delle più moderne tecnologie, nella chiave della realtà virtuale.

Reggia di Nerone: la storia

Piccola lezione di storia per contestualizzare: costruita nel 64 dC, la Reggia era destinata ad accogliere l’imperatore Nerone. Era chiamata “Domus Transitoria”  perché si trovava a metà strada  fra il Palatino e l’Esquilino. Secondo le notizie riportateci dallo storico del tempo Svetonio, la sua edificazione fu vissuta dai più come uno scandalo per l’impegno e il denaro ingenti che vi furono dedicati.

Malgrado il suo originario splendore, nel corso degli anni la Reggia di Nerone è caduta in un lento ma inesorabile declino. A riscoprirla fu la famiglia Farnese, che la identificò erroneamente con i Bagni di Livia. A partire da quel momento, la Reggia fu progressivamente privata della maggioranza dei suoi tesori: staccati dai muri, molti affreschi vennero trasferiti a Parma e tanti oggetti e reliquie vennero prelevati e portati altrove.

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Bisognerà attendere gli inizi del Novecento perché uno studio di criterio scientifico e conservativo inauguri il lento percorso di restauro della Reggia. A iniziare questo studio è stato l’archeologo Giacomo Boni, a cui si deve la messa in sicurezza del sito.

E oggi, finalmente, Roma si riappropria pienamente di una delle sue meraviglie.

Reggia di Nerone fra rispetto della storia e novità tecnologiche 

“Il progetto si inserisce nel programma del Parco archeologico del Colosseo di restituire ai visitatori luoghi e percorsi da tempo inaccessibili”, spiega il Direttore del sito archeologico Alfonsina Russo su Artribune, prima di aggiungere: “Questa straordinaria apertura contribuisce a definire un itinerario di visita neroniano all’interno dell’area archeologica centrale che si estenderà dal Colle Oppio al Palatino. Il visitatore toccherà con mano, tra reale e virtuale, il genio costruttivo dell’imperatore e le sperimentazioni da lui ricercate nelle decorazioni pittoriche e marmoree”.

Nel sito, molti sono gli elementi rimasti invariati rispetto alle origini, cosa che contribuirà a dare ai visitatori un senso di continuità storica. Per potenziare il senso di immersione nell’epoca neroniana, saranno inoltre messe a disposizione tre installazioni multimediali. Con l’aiuto della realtà virtuale, sarà così possibile ammirare le ricostruzioni realistiche delle varie reliquie, con variazioni luminose che terranno conto della collocazione originaria dei vari oggetti, se al chiuso o a cielo aperto.

 

 

 

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