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    È stata ritrovata la prima versione dell’Odissea di Omero

    La tavoletta, scoperta da ricercatori greci e tedeschi, ha visto la luce dopo tre anni di scavi.

    Si tratta della più antica testimonianza scritta del poema omerico

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 11 Lug. 2018 alle 17:25 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:40

    La tavoletta di argilla scoperta durante uno scavo archeologico nel sito dell’antica Olimpia, nel sul della Grecia, potrebbe essere la più antica testimonianza scritta dell’epopea di Omero, l’Odissea, secondo il ministero della cultura del paese.

    L’incisione è stata ritrovata vicino al Tempio di Zeus tra le rovine dell’antica città di Olimpia.

    Si stima che la datazione del reperto risalga a prima del III secolo d.C., ai tempi dei romani.

    I versi incisi nella tavoletta sono 13, tratti dal libro XIV dell’Odissea, raccontano il ritorno di Ulisse a casa ad Itaca, dopo la caduta di Troia.

    La tavoletta, scoperta da ricercatori greci e tedeschi, ha visto la luce dopo tre anni di scavi.

    L’Odissea è ampiamente considerata come un’opera fondamentale nella letteratura occidentale.

    L’Odissea di Omero

    L’Odissea è uno dei due grandi poemi epici greci attribuiti all’opera del poeta Omero.

    Racconta le vicende dell’eroe Odisseo, o Ulisse, con il nome latino, dopo la fine della guerra di Troia, descritta nell’Iliade.

    L’Odissea e l’Iliade sono i testi fondamentali della cultura classica occidentale.

    Nell’Iliade Omero racconta la guerra di Troia, in cui si scontrarono i troiani e gli achei, e gli dei dell’Olimpo schierati con gli uni o con gli altri. Nell’Odissea invece Omero racconta il ritorno di Ulisse a Itaca.

    Il poema è costituito, come l’Iliade, da 24 libri in esametri, raccolti in tre grandi nuclei tematici:

    La “Telemachia” (libri I-IV): i primi quattro canti sono dedicati al figlio di Ulisse, Telemaco.

    La guerra di Troia è finita da dieci anni, ma Ulisse non è ancora tornato in patria.

    A Itaca i Proci prendono il potere e insistono perché Penelope, la moglie di Ulisse, scelga uno di loro da prendere in sposo.

    Telemaco, il figlio di Ulisse, decide a questo punto di partire alla ricerca del padre.

    A Sparta da Menelao viene a sapere che il padre è vivo e che si trova sull’isola di Ogigia trattenuto dalla ninfa Calipso.

    Telemaco torna a Itaca dove, con l’aiuto della dea Atena, riesce a sfuggire a un agguato dei Proci.

    I viaggi di Odisseo (libri V -XII): Omero racconta il naufragio di Ulisse dopo la furia di Poseidone presso i Feaci, nell’isola di Scheria, e la sua permanenza sull’isola.

    Ermes, su ordine di Zeus, ordina alla ninfa Calipso di lasciar partire Ulisse dall’isola di Ogigia.

    Ulisse si costruisce una zattera, parte e dopo diciassette giorni di navigazione, Poseidone gli scatena contro la sua furia provocando una tempesta che lo fa naufragare sulle coste di Scheria, la terra dei Feaci.

    Ulisse viene ritrovata da Nausicaa, per volere della dea Atena, che lo porta nella reggia del padre dove Ulisse ricorda e racconta le sue avventure tra cui: l’incontro con i Ciconi; l’approdo nel paese dei Lotofagi; l’arrivo nella terra dei Ciclopi; l’incontro con la maga Circe; la discesa nell’Ade, per conoscere le vicende del suo ritorno; l’incontro con le Sirene; l’insidia dei due mostri, Scilla e Cariddi; l’approdo all’isola del dio Sole.

    Il ritorno e la vendetta di Odisseo (libri XIII – XXIV): il ritorno ad Itaca di Ulisse e la sua vendetta contro i Proci.

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