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Artista osservata dal pubblico per 12 giorni: per la prima volta in Italia la performance organizzata da Marina Abramović

L'artista serba Marina Abramović

L'esibizione fa parte della mostra "The cleaner" che è visitabile fino al 20 gennaio 2019

Di Rossella Melchionna
Pubblicato il 5 Dic. 2018 alle 18:46 Aggiornato il 5 Dic. 2018 alle 20:55

The house with the ocean view, una delle performance più note di Marina Abramović, dopo 16 anni sarà interpretata nuovamente. Dal 4 dicembre al 16 dicembre 2018, infatti, all’interno dell’allestimento The cleaner in scena a Firenze – precisamente a Palazzo Strozzi fino al 20 gennaio 2019 – verrà evocata per la prima volta in Italia la celebre esibizione.

La protagonista, però, non sarà l’artista serba, bensì la trentenne finlandese Tiina Pauliina Lehtimaki, scelta nel gruppo di performer selezionati e formati appositamente per la mostra fiorentina.

L’artista, dunque, vivrà per 12 giorni – giorno e notte – in un’installazione composta da tre vani sospesi dalla quale non potrà mai scendere. Mangerà, dormirà, si farà la doccia e userà la toilette davanti al pubblico.

“The house with the ocean view”: la performance di Marina Abramović

Nel 2002, alla Sean Kelly Gallery di New York, Marina Abramović rimase per più di dieci giorni all’interno di tre “stanze” sospese a circa un metro e mezzo di altezza. Un “non luogo” dal quale era impossibile scappare visto che le scale per scendere avevano dei coltelli affilati – e girati verso l’alto – al posto dei pioli.

Una performace che aveva un preciso significato: riportare il concetto di spiritualità dopo il sanguinoso attacco alle Torri Gemelle nel 2001. Molti gli apprezzamenti da parte dei visitatori, che restarano ad osservarla per ore.

Chi è Marina Abramović 

Marina Abramović è un’artista serba nata a Belgrado nel 1946. Ha iniziato la sua carriera attorno agli anni Settanta ponendosi come obiettivo, già da subito, quello di scoprire fin dove mente e corpo possono arrivare.

L’artista, quindi, ha scelto di utilizzare il suo corpo per comunicare, per trasmettere emozioni tanto che a volte, le sue performance, sfociano in veri e propri atti di autolesionismo, inspiegabili agli occhi di chi la osserva: per la Abramović l’importante è esprimersi, anche se ciò può comportare dolore.

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