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    In Kuwait è stato vietato un libro di Dostoevskij

    Credit: Yasser Al-Zayyat/AFP

    Tra le opere proibite nel Paese ci sono anche Notre Dame de Paris di Victor Hugo e Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 15 Nov. 2018 alle 15:30 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 08:20

    In occasione del Festival letterario internazionale del Kuwait, il ministero dell’Informazione del Paese ha stilato una lista nera di circa mille libri tra cui un testo del grande scrittore russo Fedor Dostoevskij.

    Il libro censurato è I fratelli Karamazov, il romanzo di Dostoevskij ambientato nella Russia del 19esimo secolo nel quale si parla tra le altre cose della moralità, del libero arbitrio e dell’esistenza di Dio.

    Il promotore del festival letterario Saad al-Anzi ha dichiarato che i libri vietati in occasione della kermesse sono 948.

    Tutti i titoli in mostra alla 43esima edizione della fiera del libro del Kuwait, che durerà fino al prossimo 24 novembre, sono stati passati in rassegna in anticipo da una commissione apposita come previsto dalle leggi locali.

    Il celebre autore de Le notti bianche si unisce alla crescente lista nera di scrittori proibiti nello stato del Golfo, il cui governo è ritenuto moderato ma in cui sta crescendo la tendenza conservatrice nella politica e nella società.

    Il ministero dell’Informazione ha censurato oltre 4mila libri negli ultimi cinque anni, tra cui Notre Dame de Paris di Victor Hugo e Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez.

    La commissione che ha passato in rassegna i titoli per il festival letterario ha selezionato le opere in base a una legge del 2006 sulla stampa e sull’editoria che delinea una serie di reati per chi produce opere letterarie o giornalistiche. I reati comprendono gli insulti all’Islam o al potere giudiziario del Kuwait, la minaccia alla sicurezza nazionale, l’incitamento a disordini e il compimento di atti immorali.

    Le locandine di protesta diffuse sui social media. #Banned_In_Kuwait and #Don’t_Decide_For_Me sono gli hashtag lanciati su Twitter

    Gruppi di attivisti sono scesi in piazza nella capitale del Kuwait due volte lo scorso settembre per protestare contro la crescente censura. Durante gli anni Settanta e Ottanta il Paese era stato un centro dell’editoria regionale, sede della rivista culturale panaraba al-Arabi e di una serie di pubblicazioni divulgative scientifiche e letterarie.

    Negli ultimi anni, tuttavia, i conservatori religiosi e i leader tribali hanno guadagnato terreno in parlamento.

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