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Freccero a TPI: “Con il Covid la tv mainstream amplifica la divisione tra élites e popolo”

Carlo Freccero. Credit: ANSA

Sul nuovo numero del settimanale The Post Internazionale - TPI, in edicola da venerdì 29 ottobre, l'intervista a Carlo Freccero di Vittorio Zincone

Di Vittorio Zincone
Pubblicato il 31 Ott. 2021 alle 12:56

Si avvicina al centro del salone vellutato dell’hotel genovese agitando un foglio: «È il tampone. È negativo. L’ho fatto per accontentare voi fascistelli dell’ortodossia». Carlo Freccero, ormai divide il mondo così: da una parte la galassia dei dissidenti, i No Green Pass, dall’altra gli ortodossi, i sacerdoti del “conformismo mainstream”. È uno dei promotori del referendum che vorrebbe eliminare la certificazione verde. «Perché voi dei media non parlate dei numeri dell’Istituto Superiore di Sanità?».
Quali numeri?
«Ma come “quali numeri?”. I 3.783 morti. Il Covid ha ucciso solo 3.783 persone».
I morti sono più di centotrentamila. L’ISS, studiando un campione di circa ottomila vittime, ha rilevato che il 2,9 percento non aveva patologie pregresse. Quel 3.783 è un numero dedotto calcolando il 2,9 percento dei deceduti ufficiali.
«È un dato che ribalta il paradigma: la pandemia è stata gonfiata ad arte».

È un dato che i No Green Pass fraintendono.
«Vede che la frattura tra ortodossi e dissidenti è insanabile? Vengo da un incontro con Stefano Puzzer…».
Uno dei leader dei portuali triestini in rivolta.
«Ha una potenza di linguaggio incredibile. È chirurgico. Ha qualcosa di spirituale. Mi ha ricordato il Discorso della Montagna».
Puzzer come Gesù Cristo.
«È un paradosso, su. Ha una grande pulizia morale. È l’anti-Draghi».
Quando chiedo a Freccero se a lui, ex dirigente Rai di rito gauchista, faccia piacere marciare al fianco di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini, sbuffa: «Ma che c’entra? La lotta oggi è tra élite e popolo. Siamo una moltitudine, un insieme di diversità, come lo era la Resistenza». Boom. «Siamo tuttI agli estremi. Siamo ai lati. Non riuscite a educarci». Per continuare a leggere l’intervista a Carlo Freccero sul settimanale The Post Internazionale-TPI clicca qui

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