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Chelsea Manning, il documentario sulla fonte di Wikileaks | TRAILER

Chelsea Manning. Credit: Tobias SCHWARZ / AFP
Di Sofia Mattioli
Pubblicato il 16 Apr. 2019 alle 16:16 Aggiornato il 16 Apr. 2019 alle 16:17

“Sono la stessa persona di prima, ho solo perso sette anni della mia vita”. Chelsea Manning, in carcere dallo scorso 8 marzo per essersi rifiutata di testimoniare davanti al Grand Jury di Alexandria, in Virginia, sul caso Wikileaks, si racconta. E lo fa nel documentario “XY Chelsea”- diretto dal regista Tim Travers Hawkins- che sarà presentato in anteprima durante il Tribeca Film Festival il prossimo 1 maggio.

L’ex analista dell’intelligence USA e attivista, in interviste esclusive rilasciate prima della recente incarcerazione, rivela le motivazioni che l’hanno spinta a trasmettere documenti e materiali riservati all’organizzazione di Julian Assange contribuendo a sollevare il velo su una delle pagine più buie della politica estera statunitense. “È stato quell’infinito flusso di violenza, morte e distruzione…” prosegue Manning nel trailer del documentario. “Volevo che la gente vedesse quello che stavo vedendo io”.

Girato nel corso di due anni, “XY Chelsea” segue Manning, nel 2013 condannata a 35 anni di carcere, nel periodo successivo alla grazia concessa il 17 gennaio 2017 dal presidente Barack Obama a tre giorni dalla fine del suo mandato. L’inizio è parallelo alla scarcerazione avvenuta nel maggio 2017, la macchina da presa segue poi la fonte di Wikileaks nei giorni di libertà che portano i segni delle insostenibili condizioni di vita durante la reclusione: i primi undici mesi erano stati così duri da essere oggetto di un’indagine da parte del Rapporteur delle Nazioni Unite sulla Tortura, Juan Mendes, che li aveva definiti “crudeli e inumani”.

Tra battaglie pubbliche e private, riferimenti al percorso per il cambio di sesso iniziato durante la detenzione e riflessioni sulla national security in America, la sete di verità è un punto fermo. “Avevo i documenti e ho detto: ‘Lo farò e accetterò le conseguenze’” afferma Manning nel documentario ricordando l’inizio della storia.

Le riprese includono footage di guerra, comizi pubblici in occasione della candidatura al Senato nello Stato del Maryland e interessanti punti di vista su cosa sia essere parte della comunità LGBTQ in un’America pervasa da un clima di intolleranza.

Il risultato è un ritratto privato di una delle figure che più hanno segnato la storia politica degli ultimi anni. Un ritratto che, oggi, a pochi giorni dall’arresto del fondatore di Wikileaks Julian Assange, accusato di cospirazione con Chelsea Manning finalizzata alla pirateria informatica, è ancor più al centro dei riflettori.

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