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    “Viviana Parisi stava andando alla Piramide della Luce”: la ricostruzione dell’avvocato del marito

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 14 Ago. 2020 alle 17:37

    Quel maledetto lunedì 3 agosto Viviana Parisi stava andando con suo figlio Gioele alla “Piramide della Luce”, luogo circondato da credenze mistiche ed esoteriche. Ne è convinto Claudio Mondello, cugino e avvocato del marito della donna, trovata morta l’8 agosto ai piedi di un traliccio in un bosco vicino all’autostrada Messina-Palermo.

    In un lungo post su Facebook il legale fornisce la sua personale ricostruzione di quel mattino, da quando Parisi esce dalla sua casa di Venetico dicendo al marito che va a Milazzo per comprare delle scarpe al figlio fino al momento dell’incidente, all’altezza di Caronia (in un punto assolutamente incompatibile con il tragitto annunciato al coniuge).

    “Viviana vuole recarsi alla ‘Piramide della Luce’, sita in Moffa D’Affermo. Nei giorni antecedenti la scomparsa, infatti, chiede a Mariella Mondello e Maurizio Mondello dove si trovi la piramide suddetta (una installazione artistica cui, nel tempo, si è legata una diffusa mistica)”, scrive l’avvocato Mondello.

    Il legale motiva così la destinazione della donna e la bugia al marito: “Il riaccendersi dei casi di Covid acuisce la paura che qualcosa possa accadere alla propria famiglia; in particolare al proprio figlioletto. Con una scusa ‘esco a comprare un paio di scarpe per Gioele’ si assicura di eludere ogni forma di vigilanza e di avere il piccolo in macchina (non dice, invero, ‘esco a comprare un giocattolo per Giole’ ma, di converso, ‘un paio di scarpe per Giole’; per il tramite di questo artificio, infatti, sarebbe stato necessario che questi – Gioele – le indossasse prima di un eventuale acquisto pertanto avrebbe dovuto, necessariamente, allontanarsi in macchina con lei)”.

    Mondello ha una spiegazione anche per i 20 minuti di buco nel tragitto di Viviana, misteriosamente uscita al casello di Sant’Agata alle 10,32 e rientrata in autostrada intorno alle 10,50. Per l’avvocato, la donna è andata a fare benzina: “Ieri – scrive – mi sono recato a S.Agata di Militello: dopo la stazione di rifornimento di Tindari non ve ne sono altre che costeggino l’autostrada: la macchina aveva, probabilmente, la benzina necessaria a muoversi da Venetico (luogo di partenza) alle immediate vicinanze (Milazzo dista appena 15 km dalla casa dei coniugi) e, quindi, ad un certo punto, nell’allontanarsi per un tragitto di più di 100km, il carburante si esaurisce. Viviana esce, pertanto, a S.Agata di Militello a fare rifornimento: in paese ci sono 4 distributori (un quinto è legato ad un autolavaggio). Tre di questi distributori si raggiungono con un percorso (agevole) di circa sette minuti dal momento in cui si esce dal casello”.

    La ricostruzione del legale prosegue così: “Viviana rientra (in autostrada, ndr) e si incammina verso la propria meta, sita a circa 40 km da S.Agata di Militello. Prosegue lungo la propria destinazione ma si rende conto che si è fatto tardi: Daniele potrebbe insospettirsi per la propria assenza (il cellulare, ad ogni modo, lo lascia nella propria abitazione a Venetico forse proprio per evitare di essere sottoposta a controllo). È ormai prossima alla meta quando impatta con un furgoncino di operai di una ditta appaltatrice dell’autostrada: la Piramide dista, ancora, circa 20-25 km dal luogo – all’altezza di Caronia – in cui avviene l’incidente. È da questo momento, pertanto, che dobbiamo, per un verso, ricostruire la dinamica degli eventi e, per altro, sul piano giuridico individuare (se esistono) responsabilità per azioni od omissioni”.

    Secondo l’avvocato Mondello, in conclusione, sono le due ipotesi sulla morte di Viviana Parisi. La prima: “Viviana si allontana in preda a profondo turbamento emotivo e tale turbamento esita in omicidio-suicidio”. La seconda: “Viviana si allontana in preda profondo turbamento emotivo e tale turbamento esita in un incidente (è una zona, quella in cui si smarrisce, irta di pericoli sia per la morfologia del terreno che per la fauna autoctona e, dato che nelle vicinanze insistono insediamenti umani, forse anche domestica)”.

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