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    Viaggio nella galassia No pass: “Non siamo tutti fascisti”

    Scontri tra polizia e manifestanti durante le proteste contro il Green Pass, Roma 09 Ottobre 2021. Credit: Matteo Minnella / A3 / Contrasto

    Sono eterogenei, si sentono abbandonati dalle istituzioni, non votano più. La rabbia di due anni di Covid ora è violenza da sfogare e i gruppi facinorosi non sempre intercettabili, hanno gioco facile nel rendere tutto più grigio

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini e Simona Zecchi
    Pubblicato il 15 Ott. 2021 alle 07:00 Aggiornato il 4 Dic. 2021 alle 12:48

    Parola d’ordine: destabilizzazione. Con il piano di «sovvertire il governo, le istituzioni che non ascoltano e che hanno smesso di essere dalla parte del popolo». È il grido che irrompe da alcuni movimenti No pass, dopo che, a meno di una settimana dall’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass sui luoghi di lavoro, tutto si è acceso sabato 9 a Roma. L’assedio previsto ai “palazzi del potere” non ha funzionato e allora la scelta è stata quella di convergere sull’alternativa più comoda e simbolica, la Cgil.

    I 10.000 però non erano tutti fascisti, e infatti spiega Giancarlo Gilardini, riferimento romano del Movimento Io Apro: «Troppo facile definirci tutti così ma non siamo solo estremisti – sottolinea  Gilardini, che aggiunge: questo viene detto per sottacere e denigrare la battaglia contro il governo Draghi che stiamo portando avanti. Siamo l’unico anticorpo critico rimasto in questa società». Giancarlo ha una trattoria a Tor Marancia che non ha mai chiuso durante la pandemia nonostante i vari Dpcm. Accoglie i clienti senza mascherina e senza vaccino né tamponi e dal 15 ottobre non ha intenzione di cambiare le sue abitudini.

    Così voleva fare anche l’altro ristoratore, Biagio Passaro, che però è finito tra i 12 arrestati dopo la sua diretta Facebook che mostrava l’assalto. «È stato molto superficiale – dice Giancarlo – non avevamo mai parlato di Cgil. Sapevo che non era pacifico l’umore, ma non pensavo a una fine così: tant’è che ho portato con me anche le mie figlie di 13 e 20 anni. Quell’attacco ha fatto passare in sordina le nostre richieste».

    Nessuno dei gruppi presenti al corteo condanna esplicitamente l’aggressione, e allo stesso tempo tutti sono convinti di essere «dalla parte giusta della Storia» con le richieste di eliminare il Green pass o rendere gratuiti i tamponi. Ma le proposte scolorano in utopia: per l’operazione servirebbe un miliardo di euro fino a dicembre 2021. Le istanze del cosiddetto popolo, comunque, provengono non solo da chi sciamava a frotte nella capitale, ma dai 3,3 milioni di lavoratori che non hanno fatto neanche una dose di vaccino e che da venerdì 15 ottobre saranno sanzionabili per questo.

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