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    Vaticano, il successore di Becciu? Si fa l’abito da cardinale da 6mila euro pagato coi soldi pubblici

    Dopo lo scandalo delle elemosine, il Papa ha nominato alla guida della Congregazione delle cause dei santi il cardinale pugliese Marcello Semeraro. Il neo-porporato si dice impegnato "in prima persona nel processo di rinnovamento della Curia". Ma, mentre gli italiani fanno i conti con la crisi economica del Covid e ci sono 5 milioni e mezzo di poveri, a pagare il lussuoso guardaroba del cardinale è il Comune di Monteroni di Lecce, suo paese natale, con i soldi dei contribuenti

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 4 Dic. 2020 alle 10:26 Aggiornato il 4 Dic. 2020 alle 11:10

    Sono pagati con soldi pubblici i nuovi abiti da cardinale di sua eminenza Marcello Semeraro, fresco successore di  Giovanni Becciu alla guida della Congregazione delle cause dei santi, dopo lo scandalo delle elemosine dei fedeli utilizzate per presunte operazioni di speculazione finanziaria. A pagare il guardaroba, per la precisione, sarà il Comune di Monteroni di Lecce, paese natale del neo-porporato. E non si parla di vestiti da due soldi: il conto ammonta a 6mila euro.

    Nulla di irregolare. Ma l’esborso ha suscitato più di una perplessità: mentre gli italiani fanno i conti con la più grave crisi economica del dopoguerra – ci sono 5 milioni e mezzo di cittadini che vivono sotto la soglia di povertà – il cardinale si fa “vestire” con i soldi dei contribuenti.

    Il caso è stato sollevato dalla lista Monteroni a Sinistra, che ha inviato una lettera aperta al cardinale perché devolva l’importo in beneficenza. Con l’aiuto del giornalista salentino Danilo Lupo, abbiamo recuperato la delibera, datata 26 novembre 2020, con cui la Giunta comunale di Monteroni di Lecce ha deciso di “manifestare gioia, affetto e orgoglio” per la nomina in Vaticano del proprio concittadino destinandogli una fornitura di abbigliamento ecclesiastico cardinalizio.

    Il dono, si legge nella delibera comunale, ha una “valenza simbolica e ben augurante” per il nuovo incarico del cardinale Semeraro, ma mira anche a fare “promozione del nome della Città di Monteroni di Lecce a livello internazionale, nonché valorizzazione della sua cultura e delle sue tradizioni e perseguimento dei fini istituzionali dell’Ente nell’ambito delle relazioni pubbliche con le autorità ecclesiastiche”.

    Il Comune assume quindi “a carico del bilancio comunale la spesa complessiva di euro 6.000”. Si prevede anche una cerimonia pubblica in città per celebrare la nomina in Vaticano di sua eminenza, ma l’organizzazione viene rinviata a data da destinarsi.

    In un successivo comunicato stampa, la sindaca di Monteroni, Mariolina Pizzuto, ha aggiunto: “Come una Madre provvede a coprire il figlio vestendolo, così questa Città ha voluto fare con il proprio figlio”.

    Il cardinale Semeraro, 73 anni, fino allo scorso ottobre era vescovo di Albano. Due mesi fa Papa Francesco lo ha scelto per assumere la carica di prefetto della Congregazione delle cause dei santi, una delle nove congregazioni della Curia romana, dopo il passo indietro di sua eminenza Giovanni Becciu, travolto dallo scandalo sul presunto utilizzo di fondi della Chiesa per fini speculativi privati.

    “Comportati bene”, ha detto affettuosamente il Pontefice al cardinale al momento della nomina, ufficializzata lo scorso 28 novembre in occasione del Concistoro.

    In una intervista rilasciata a fine ottobre al quotidiano genovese Il Secolo XIX, sua eminenza Semeraro ha dichiarato che “gli unici motivi per cui la Chiesa può amministrare dei beni sono la dignità del culto e il sostentamento dei pastori, senza mai e poi mai dimenticare l’aiuto ai poveri”. “Quando questi fini vengono distorti, allora si tratta di un abuso”, ha aggiunto il cardinale. “Purtroppo è possibile che avvengano, questi abusi, a causa dell’umana fragilità. Perciò dobbiamo essere sempre estremamente vigilanti”.

    Nella stessa intervista il cardinale Semeraro ha anche sottolineato di essere impegnato “in prima persona al processo di rinnovamento della Curia”. “Lo abbiamo impostato ponendoci innanzitutto l’obiettivo etico della trasparenza, che sotto il profilo religioso equivale all’uso evangelico dei beni”, ha aggiunto.

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