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    Variante Delta, Viola: “Non rimandare i richiami del vaccino, proteggere prima gli over 50”

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 26 Giu. 2021 alle 15:59

    Aumentare i tempi di somministrazione tra la prima e la seconda dose dei vaccini accresce il rischio di circolazione delle varianti del Coronavirus resistenti agli anticorpi ed è proprio “quello che sta accadendo con la variante Delta“. La denuncia arriva dall’immunologa dell’Università di Padova, Antonella Viola, che chiede di “non rinviare i richiami dopo le vacanze”, soprattutto agli ultracinquantenni.

    “Quando il Regno Unito ha deciso di estendere l’intervallo di tempo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a mRNA ho dichiarato la mia preoccupazione, spiegando che generare immunità parziale nella popolazione durante una pandemia favorisce la circolazione di varianti resistenti agli anticorpi“, ha scritto oggi Viola sul suo profilo ufficiale Facebook. “È questo quello che sta accadendo con la variante Delta“.

    Insomma, la strategia adottata da Londra per dare una copertura minima a quante più persone possibile, seppur lodevole nelle intenzioni, ha dato il tempo al virus di adattarsi. In questo modo infatti, spiega l’immunologa, il Coronavirus diventa “non solo più trasmissibile ma anche meno sensibile agli anticorpi“. “Per questo motivo, come ora indicato nel sito ECDC, chi ha ricevuto una sola dose, può non solo infettarsi ma anche ammalarsi“, osserva Viola. “Ecco quindi ora la corsa a fare i richiami in fretta: meglio coprire bene le persone con più di 50 anni piuttosto che vaccinare i ragazzi. Anche questo avrebbe dovuto essere ovvio da subito”.

    Di qui, l’appello dell’esperta: “Errori a parte, per i cittadini il messaggio è: bisogna vaccinarsi tutti perché nessuno godrà dell’immunità di gregge (che, come dico da mesi, non si raggiungerà); bisogna fare il richiamo senza rimandare a dopo le vacanze; finché non si è completamente vaccinati (10 giorni dalla seconda dose), bisogna continuare a usare mascherine e distanziamento. Solo dopo il ciclo completo di vaccinazione possiamo sentirci al sicuro”.

    La variante Delta del Coronavirus preoccupa sempre di più gli esperti, soprattutto a seguito dell’aumento dei contagi nel Regno Unito, dove il nuovo ceppe è diventato dominante. Oltremanica, nonostante 32 milioni di vaccinati con entrambe le dosi e l’80 per cento della popolazione adulta con una sola, all’inizio del mese i contagi sono tornati ai massimi da febbraio. Non solo: oggi persino Israele ha dovuto reintrodurre l’obbligo di indossare le mascherine al chiuso a causa di nuovi focolai di Covid.

    Intanto la cosiddetta variante indiana comincia a prendere piede anche in Italia. Secondo l’indagine preliminare dell’Istituto Superiore di Sanità, la variante Delta riguarda il 16,8 per cento dei contagiati nel nostro Paese (un mese fa era al 4,2 per cento). “Entro qualche settimana e comunque durante l’estate la variante Delta sarà dominante”, ha ammonito il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro. Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico e presidente del Consiglio Superiore di Sanità, non esclude che in futuro possano rendersi necessarie nuove zone rosse per isolare e ridurre il più possibile il contagio. Anche perché – come evidenziato dall’Ema – una sola dose di vaccino non copre adeguatamente” dalla cosiddetta variante indiana.

    Intanto, proprio nelle ultime ore, nel Biellese si registra un nuovo focolaio di Covid riconducibile alla variante Delta. Almeno tre persone, tra cui una già vaccinata con entrambe le dosi, sono state contagiate dopo aver partecipato a una cena presso il santuario di San Giovanni d’Andorno, nell’Alta Valle del Cervo, che ha dovuto sospendere le attività turistiche e religiose.

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