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    Chiesta l’archiviazione per Valentina Pitzalis: il suo ex tentò di ucciderla, ma fu lei a essere accusata

    Di Selvaggia Lucarelli
    Pubblicato il 4 Giu. 2020 alle 12:20 Aggiornato il 4 Giu. 2020 alle 19:20

    Chiesta l’archiviazione per Valentina Pitzalis: il suo ex tentò di ucciderla, ma fu lei a essere accusata

    La notte tra il 17 e 18 aprile 2011, a Bacu Abis, vicino a Carbonia, in Sardegna, Manuel Piredda gettò della benzina sulla moglie Valentina Pitzalis (erano separati da mesi, lei si era rifatta una vita, lui era sprofondato nelle sue dipendenze). Manuel morì prendendo fuoco incidentalmente (fu trovato semi-carbonizzato) e lei sopravvisse dopo giorni di coma, riportando ferite terribili che le hanno sfigurato il viso e parte del corpo.

    Dopo l’archiviazione per tentato omicidio, la famiglia del ragazzo aveva avviato una violenta campagna stampa e social ai danni della Pitzalis sfociata anche in una condanna di risarcimento per diffamazione e un ulteriore rinvio a giudizio per la madre di Piredda, Roberta Mamusa, volta a convincere l’opinione pubblica che fosse stata la stessa Pitzalis a tentare di uccidere il suo ex.

    Tre anni fa la famiglia era poi riuscita a far riaprire le indagini presso la procura di Cagliari e a supportare il team dell’accusa era subentrato il noto medico legale del caso Cucchi, Vittorio Fineschi. Valentina Pitzalis, vittima di tentato femminicidio, si ritrovò indagata per omicidio volontario e incendio doloso. L’incidente probatorio è stato lungo e approfondito al punto che fu addirittura riesumato il corpo di Manuel Piredda (il consulente della famiglia Elisabetta Sionis aveva ipotizzato perfino che la Pitzalis avesse sparato a Manuel prima di appiccare il fuoco, ma anche questa fantasiosa ipotesi cadde in seguito all’autopsia). Dopo tre anni il pm Gilberto Ganassi ha richiesto l’archiviazione. Una buona notizia, finalmente, per Valentina, difesa dagli avvocati Adriana Onorato e Cataldo Intrieri.

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