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    Università, Sapienza prima al mondo negli studi classici per il ranking Qs. Bocconi e Polimi in top 10

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 6 Apr. 2022 alle 13:32 Aggiornato il 6 Apr. 2022 alle 15:48

    La Sapienza si conferma prima al mondo nella classifica sugli studi classici del Qs World University rankings by subject, che incorona i migliori programmi di studio del mondo, per la terza volta in quattro anni. Dopo essere stato sorpassato da Oxford nel 2020, l’ateneo romano fondato nel 1303 è di nuovo in cima al podio. Un risultato che, secondo la rettrice Antonella Polimeni, premia “il grande impegno della nostra comunità che si riflette in tutti gli ambiti del sapere”.

    “Sapienza migliora posizioni e punteggi in tutte le aree tematiche, conferma la vetta internazionale con gli studi classici, e complessivamente è accreditata di 6 discipline Top 50 a livello mondiale. Inoltre, in ben 15 discipline è prima a livello nazionale: quasi un raddoppio rispetto ai dati già lusinghieri dello scorso anno”, ha dichiarato Polimeni. L’Università si è confermata al decimo posto anche in Archelogia.

    Ma anche gli altri atenei italiani quest’anno registrano una buona performance nel prestigioso Qs ranking, e non solo per gli studi classici. Il Politecnico di Milano è di nuovo al quinto posto in Art&design, al decimo in Architettura e nella top 20 mondiale nelle discipline della macroarea di Ingegneria, dove la competizione internazionale con le università asiatiche emergenti è molto forte: sale dal tredicesimo all’undicesimo posto in Ingegneria Civile, al tredicesimo in Ingegneria MeccanicaAreonautica e dal 20esimo al tredicesimo anche in Ingegneria tecnologica. Diciannovesima posizione invece per l’Ingegneria Elettronica.

    Per quanto riguarda gli studi classici, la Normale di Pisa scala tre posizioni e passa da nona a sesta; perdono terreno ma restano comunque nelle prime cinquanta anche l’Università di Pisa (da 18esima a 21esima) e l’Alma Mater di Bologna (dal 20esimo al 22esimo), seguite dalla Federico II che scala sei posizioni (da 38 a 32) e dal Ca’ Foscari di Venezia (da 42 a 36). Tor Vergata a Roma passa da 40esima a 39esima e l’Università del Sacro Cuore di Milano è cinquantesima.

    La Bocconi conferma l’ascesa degli ultimi anni nella classifica delle materie economiche e manageriali, salendo dal settimo al sesto posto in Business&management e dal sedicesimo al decimo in Social sciences & management. Perde un posto – da 14esima a 15esima – in Accounting e Finance. La Sapienza nelle aree scientifiche fa un balzo in avanti in Fisica – dal 41esimo al 36esimo posto – probabilmente anche grazie all’assegnazione del premio Nobel al “suo” ricercatore, Giorgio Parisi, in un ranking che ai criteri classici (impatto e consistenza della ricerca) unisce quello della “reputazione”.

    Trend positivo anche per l’Università Luiss di Roma nelle scienze sociali, dove l’ateneo privato fa il suo ingresso tra le prime 100 e si piazza al primo posto in Italia e al 22esimo al mondo per gli Studi Politici e Internazionali. L’Italia complessivamente è settima per numero di atenei, in una classifica dominata interamente dagli Stati Uniti: le università americane si trovano al top in 28 programmi di studio su 51, con Harvard e il Mit di Boston che da soli ottengono 24 primi posti, 12 a testa. Il Regno Unito è al primo posto (per sei volte con Oxford) in 13 materie. Il Politecnico federale di Zurigo (ETH), si piazza invece al top mondiale in tre discipline.

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