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    Sviluppa un tumore all’orecchio per colpa del cellulare: Inail condannata a riconoscergli una rendita

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 5 Nov. 2022 alle 17:07 Aggiornato il 5 Nov. 2022 alle 17:09

    La prolungata esposizione alle frequenze emesse dal cellulare, che usava per lavoro almeno due ore e mezza al giorno – tutti i giorni – gli hanno fatto sviluppare un neurinoma acustico, un tumore benigno che colpisce un nervo dell’orecchio: così un uomo, un 63enne ex tecnico specializzato dell’Acciai Speciali Cogne residente ad Aosta, si è visto riconoscere dall’Inail una rendita professionale di invalidità. La Corte d’Appello ha confermato la decisione in primo grado del Tribunale di Aosta, riconoscendo il nesso di causalità. L’uomo si era rivolto allo studio legale torinese Ambrosio e Commodo dopo che l’Inail aveva rigettato la sua istanza di indennizzo. Si tratta del secondo caso simile in Italia: alcuni anni fa Roberto Romeo, ex dipendente di Telecom Italia, si era visto dare ragione dal Tribunale dopo aver sviluppato la stessa malattia.

    La sentenza “è figlia di un serrato confronto scientifico” hanno spiegato gli avvocati, “ci sono stati numerosi incontri e scambi di memorie tra gli esperti delle parti”. Nel 2020 l’Inail era stata condannata a pagare la rendita per malattia professionale – circa 350 euro al mese – all’uomo. Due consulenti del tribunale avevano infatti stabilito che il cellulare aveva causato “con elevata probabilità” il tumore. L’ente aveva però impugnato la decisione, invano. È stato calcolato che il 63enne abbia tenuto il telefono accanto all’orecchio sinistro per un tempo che va dalle 10mila alle 13mila ore, tra il 1995 e il 2008. Ha utilizzato sempre l’orecchio sinistro perché il destro era lesionato a causa di un trauma pregresso. Operato per il tumore ha riportato la totale sordità da quell’orecchio e anche un danno al nervo facciale. L’elevata probabilità di correlazione tra tumore e cellulare è stata accertata sulla base dell’assenza di altre possibili cause: l’esposizione prolungata a radiofrequenze era l’unico fattore di rischio per l’ex lavoratore dell’acciaieria.

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