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    Treviso, assolda un killer sul dark web per uccidere il rivale in amore e viene truffato: la Procura chiede l’archiviazione

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 18 Apr. 2023 alle 12:23

    Voleva eliminare il suo rivale in amore. Cliccando sul sito “Murder for Hire” specializzato in omicidi su commissione, aveva assoldato un killer perché uccidesse il rivale che aveva conquistato il cuore della sua “dama”. L’inchiesta aperta dalla Procura del Tribunale è finita con la richiesta di archiviazione e nessuna misura di sicurezza nei confronti di un giovane portatore di disabilità di Vazzola, che era stato indagato per tentato omicidio.

    Il piano era stato ideato da un disabile (difeso dall’avvocato Paolo Pastre) che così si sarebbe dovuto liberare del rivale in amore, un imprenditore di 45 anni. Sul dark web aveva scovato e preso contatti con il gestore di un fantomatico portale con un nome suggestivo (Murder for hire) e aveva commissionato l’omicidio. Pagando, per giunta, una tariffa davvero risibile: poco più di una decina di migliaia di dollari in cryptovalute, saldata in due tranche

    Il 34enne di Vazzola non era, di fatto, riuscito ad assoldare alcun killer. Quanto, piuttosto, era rimasto vittima di una truffa che gli era costata il pagamento di 10mila euro in bitcoin per quell’omicidio su commissione. Poi era stato smascherato dall’Fbi. La Procura ha ritenuto che l’uomo non potesse essere imputabile di tentato omicidio in quanto non ci sarebbe stata l’idoneità a commettere il reato e la pericolosità della sua manovra, in sostanza, sarebbe stata insussistente.

    L’inchiesta della Procura trevigiana era partita dopo la segnalazione dell’Fbi alla polizia postale italiana. Era emerso, nel web, un uomo che utilizzava il nickname “The Punisher2020”, con un riferimento esplicito a un personaggio dei fumetti della Marvel, per un assassinio su commissione dietro pagamento di un compenso, in due tranche. L’unica cosa vera in tutta questa vicenda è la truffa. il sito internet è infatti una “fake” costruito apposta per carpire la fiducia dei tanti “poco furbi” che navigano nel dark web alla ricerca di illeciti. Circostanze che fanno sì che non si sia materializzato il reato, come previsto dall’articolo 115 del codice penale che disciplina la fattispecie.

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