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    “Io stuprata dal mio ex, ma la pm lo giustifica. Uno shock che quelle parole vengano da una donna”

    Di Maria Elena Marsico
    Pubblicato il 21 Dic. 2021 alle 10:05

    Audrey Ubeda, 38 anni, è la donna che ha denunciato l’ex compagno G.P. per violenza sessuale e maltrattamenti alla procura di Benevento. Denuncia che è stata archiviata dalla pm. Parlando con Repubblica, Audrey ha detto che non se lo sarebbe mai aspettato: “Quando il mio legale mi ha spiegato che un magistrato scagionava il mio ex con l’immagine dell’uomo che deve vincere le resistenze della donna per ottenere un rapporto sessuale, mi sono sentita ferita di nuovo”. E ha aggiunto “Mi ha scioccata sapere che quelle parole venivano da una pm donna”.

    Assistita dall’avvocato Michele Sarno, nell’intervista di Repubblica Audrey ha detto che non teme per la sua incolumità, non ha motivo per nascondersi o vergognarsi. Nata in Francia, padre spagnolo e madre campana, si è laureata in economia e ha lavorato per un’azienda che si occupava di pannelli pubblicitari. All’inizio con il suo ex compagno – che non è mai riuscito a trovare un lavoro stabile – ha vissuto in Francia, poi il trasferimento in Italia, in provincia di Avellino, come voluto da lui.

    Nel corso dell’intervista, la donna ha raccontato che erano diversi gli episodi di violenza. Non riusciva a dire di no alle sue richieste sessuali: “Si faceva aggressivo, decideva lui come e dove e mi costringeva”, ha spiegato, dicendo anche che nelle mani di lui era un oggetto, la sua volontà non contava. Alle violenze sessuali si sarebbero aggiunte, poi, anche le minacce, le allusioni al femminicidio: “Il caso più eclatante due anni fa: lui che prende il coltello, me lo avvicina alla gola e indicando il tg che parlava dei femminicidi mi dice: un giorno parleranno di noi”, era presente anche la madre di lei.

    Il 24 maggio scorso, poi, la liberazione. Dopo essere andata dai carabinieri, è arrivata la convocazione ad hoc. Le hanno trovano un posto in un Centro antiviolenza: “Io preparo la valigia in un quarto d’ora e vado in caserma. Da lì, con i militari, andiamo a prendere a scuola i piccoli. E non siamo più tornati”. Audrey che crede ancora nella giustizia e ha detto che “Questa battaglia va combattuta a testa alta, tutti insieme”.

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