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    “Squillo”, il gioco in cui si diventa papponi e si gestiscono prostitute

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 30 Ott. 2019 alle 16:21

    Squillo, il gioco in cui si diventa papponi e si gestiscono prostitute

    Continua il sessismo dentro e fuori dal web e, dopo il caso eclatante delle t-shirt vendute in alcuni punti vendita di Carrefour che istigavano alla violenza sulle donne, arriva un gioco da tavolo in cui si diventa papponi e si gestiscono prostitute: si chiama Squillo.

    Le regole del gioco parlano chiaro: come se si stesse giocando in un gioco di ruolo, gli attori si calano nei panni dei papponi e sono impegnati a gestire le prostitute. La vendita online di questo gioco di pessimo gusto ha suscitato lo sdegno e l’indignazione di associazioni femministe che hanno chiesto all’azienda di ritirare immediatamente dal mercato il prodotto.

    Su internet si leggono le regole del gioco: in Squillo il giocatore si trasforma in un soggetto che sfrutta le prostitute. Più nel dettaglio, il compito è quello di “gestire le escort, le battone di strada e giovani promesse. Ognuna di queste ha una propria particolarità, parcella e ricavato finale in caso di affari non andati a buon fine, e nel caso la successiva vendita degli organi”, si legge ancora.

    Ovviamente non si gioca da soli, ma lo scopo è quello di battere l’avversario: un altro pappone, “manovrando le proprie squillo con i limiti e le abilità dettate dalla scheda”.

    Un altro episodio di pesante sessismo che scuote l’opinione pubblica. Qualche giorno fa era stato Carrefour a finire al centro delle polemiche per via di un paio di magliette in cui comparivano delle vignette che istigavano alla violenza sulle donne. Protagonista una coppia. Nella prima vignetta, la presunta coppia discute e la donna urla contro l’uomo. Sotto alla “simpatica” scenetta spunta la scritta “Problem”. Nella seconda vignetta si vede, invece, solo la figura che rappresenta l’uomo, con un braccio teso, mentre la figura della donna precipita giù. Sotto la didascalia che spiega tutto: “Problem solved”. Zittita la donna, spinta giù, e problema risolto.

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