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    “Spia russa infiltrata nella base Nato a Napoli per quasi dieci anni”: l’inchiesta sull’agente del Gru in Italia

    Di Maria Elena Marsico
    Pubblicato il 26 Ago. 2022 alle 09:38 Aggiornato il 26 Ago. 2022 alle 09:49

    Una spia russa è riuscita a infiltrarsi nel quartier generale della Nato a Napoli. Si tratta della “più clamorosa operazione di intelligence realizzata da Mosca nel nostro Paese” e a rivelarlo è un’inchiesta condotta per dieci mesi da Repubblica, dal sito investigativo Bellingcat, dal settimanale tedesco Der Spiegel e da The Insider.

    La protagonista della vicenda è Maria Adela Kuhfeldt Rivera, una trentenne nata in Perù da padre tedesco che parla sei lingue e che ha avviato un’azienda di gioielli. In realtà il suo nome è Olga Kolobova, figlia di un colonnello russo che si è occupato di intelligence, ed è una spia russa del Gru, i servizi segreti russi che fanno capo direttamente al Cremlino. Ha costruito la sua ragnatela tra Parigi, Malta, Roma e sotto il Vesuvio. L’agente è riuscita a inserirsi nei circoli mondani di Napoli, ha inaugurato una “concept gallery”, ha comprato una casa vista mare nel quartiere di Posillipo, in via Petrarca, ed è diventata segretaria del Lions Club “Napoli Monte Nuovo”, club fondato dagli ufficiali della base Nato di Lago Patria. Ha partecipato a vari eventi e proprio in quegli ambienti Adela è riuscita a infiltrarsi tra le “figure chiave” della Nato e della VI Flotta statunitense, che è il vertice operativo del potere militare occidentale in Europa. La missione è durata quasi dieci anni fino a quando la spia non ha fatto perdere le proprie tracce nel 2018, “immediatamente dopo le rivelazioni sugli 007 russi che hanno sparso veleni letali attraverso l’Europa”. La donna è partita “all’improvviso da Napoli con un volo per Mosca, senza più riapparire”, hanno spiegato i giornalisti.

    L’inchiesta “non è riuscita a ricostruire quali informazioni siano state ottenute dalla spia, né se sia stata capace di seminare virus informatici nei telefoni e nei computer dei suoi amici”, si legge. Però quel che è certo è che “nessun agente russo era mai riuscito a penetrare così in profondità il vertice dell’Alleanza atlantica”, ha rivelato l’indagine. I giornalisti hanno anche sottolineato che “La traccia principale che la collega ai servizi segreti di Mosca è il passaporto russo usato per entrare in Italia: appartiene alla stessa serie speciale utilizzata dagli 007 del Gru, l’intelligence militare agli ordini del Cremlino”.

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