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    Imprenditore italiano simulò il suo rapimento in Turchia, ma poi fu effettivamente venduto ad Al Qaeda: tre arresti, lui è indagato

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 30 Mar. 2021 alle 13:55 Aggiornato il 30 Mar. 2021 alle 13:55

    Siria, italiano simulò il suo sequestro da parte dell’Isis: tre arresti

    L’imprenditore italiano Alessandro Sandrini simulò il suo sequestro da parte dell’Isis in Siria: è quanto emerge da un’inchiesta della procura di Roma, che ha portato all’arresto di tre persone e al registro sulla lista degli indagati dello stesso Sandrini.

    Secondo quanto ricostruito dalla procura, infatti, gli albanesi Fredi Frrokaj, Olsi Mitraj e l’italiano Alberto Zannini, arrestati con l’accusa di sequestro di persona per scopo di terrorismo, nel 2016 proposero all’imprenditore bresciano Alessandro Sandrini di simulare un sequestro in cambio di denaro.

    Una volta giunto in Turchia, però, Sandrini, indagato per simulazione di reato e truffa, fu venduto ad un gruppo di Al Qaeda ed effettivamente tenuto prigioniero dal 2016 al 2019 in Siria, dove poi è stato liberato in seguito al pagamento di un riscatto.

    L’imprenditore, quindi, accettò di simulare il suo sequestro salvo poi ritrovarsi realmente nelle mani di una banda terroristica. Secondo il capo di imputazione, i tre arrestati “in concorso tra loro e con altri soggetti rimasti ignoti operanti in Italia, Turchia e Siria, questi ultimi aderenti e comunque riconducibili alla galassia jihadista” hanno proposto all’italiano di recarsi in Turchia “al fine di simulare un sequestro di persona”, ma una volta giunto lì, Sandrini è “stato effettivamente privato della libertà personale”.

    Leggi anche: “L’Italia mi aiuti o mi uccideranno”: il video dalla Siria di Alessandro Sandrini, l’italiano rapito dagli jihadisti

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