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    Sea Watch, Guardia di Finanza sale a bordo. Salvini “Non scende nessuno, questa nave è fuorilegge”

    La nave Sea Watch
    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 19 Mag. 2019 alle 21:45 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:37

    Sea Watch sequestro | La Sea Watch è stata sequestrata. La Guardia di Finanza sta procedendo d’iniziativa al sequestro della Sea Watch 3, la nave che il 15 maggio ha soccorso 65 migranti a largo della Libia e che si trova ora vicino Lampedusa (qui la notizia completa).

    Il vicepremier Matteo Salvini ha oggi, domenica 19 maggio, annunciato: “Già in passato abbiamo assistito a sequestri di navi delle Ong poi finiti in nulla. Finché il ministro sono io, nego l’autorizzazione allo sbarco. Se qualche procuratore intende fare il ministro si candidi alle elezioni. Per quanto mi riguarda, anche in caso di sequestro della nave non deve scendere nessuno a terra. Chi la pensa diversamente, se ne assuma la responsabilità”. Così Matteo Salvini sulla Sea Watch.

    “Sono pronto a denunciare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina chiunque sia disponibile a far sbarcare gli immigrati irregolari su una nave fuorilegge”. Lo dice Matteo Salvini a Non è l’Arena, su La7, in collegamento da Firenze. “Questo vale anche per organi dello Stato: se c’è qualche procuratore pronto a mandarmi a processo con una condanna che può dare fino a 15 anni di carcere, se questo procuratore autorizza lo sbarco, io vado fino in fondo”.

    Intanto i 45 migranti rimasti sulla Sea Watch stanno arrivando a piccoli gruppi su gommoni della capitaneria di porto sul molo del porto di Lampedusa. Le prime persone, fatte salire sui natanti con giubbotto salvagente, dopo la procedura di routine saranno portate al centro di accoglienza dell’isola. Due migranti, un disabile e una donna incinta, erano già stati portati sull’isola perché bisognosi di cure.

    (Qui tutto il caso della Sea Watch 3, con gli ultimi aggiornamenti e il riassunto di quello che sta succedendo).

    L’intervento della GdF – I militari delle Fiamme Gialle sono saliti a bordo della nave alle 18.40 di domenica 19 maggio. La nave è ancorata alla fonda a mezzo miglio a sud del porto di Lampedusa, per un’attività di polizia giudiziaria finalizzata proprio al sequestro.

    La GdF e la capitaneria di porto in un’operazione congiunta stanno facendo salire i 47 migranti che si trovano sulla nave Sea Watch sulle motovedette per accompagnarli sull’isola.

    Sea Watch indirizzata a Licata – “Dopo il sequestro, la Sea Watch sarà dirottata su Licata”, questa l’ultima dichiarazione del procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio. I migranti salvati verranno affidati al personale della Questura di Agrigento per procedere all’identificazione.

    La portavoce di Sea Watch – Secondo alcune fonti sull’isola l’approdo diretto in porto della Sea Watch creerebbe difficoltà alle navi di linea che collegano Lampedusa alla Sicilia. Ma la portavoce di Sea Watch Italia, Giorgia Linardi, ha detto: “I naufraghi verranno sbarcati a Lampedusa nelle prossime ore”. “Ancora una volta si è dimostrato che i porti dell’Italia non sono chiusi”, ha sottolineato poi Linardi.

    Le azioni dei pm – Intanto i pm hanno disposto il sequestro probatorio della Sea Watch 3. “La nave è a disposizione degli inquirenti per verificare se effettivamente c’è un reato da contestare. Siamo molto sereni e sicuri che la giustizia farà il suo corso”, fanno sapere dal team della Sea Watch 3.

    I militari procederanno da questo momento alla denuncia dell’equipaggio all’autorità giudiziaria. Secondo il Viminale la “nave è fuorilegge e non sbarcherà mai”.

    Le polemiche del Viminale – Il commento del Viminale sulla Sea Watch arriva subito e conferma l’idea del ministero dell’Interno di un’urgenza ‘sicurezza bis’. Prima del Consiglio dei Ministri di domani, lunedì 20 maggio, il Viminale dichiara: “conferma una volta di più l’urgenza di approvare il decreto sicurezza bis già nel consiglio dei ministri di domani, per rafforzare gli strumenti del governo per combattere i trafficanti di uomini e chi fa affari con loro”.

    Intanto, il ministro dell’Interno Salvini ha dichiarato: “Col piffero che il barcone attracca a Lampedusa. Sono stati fatti decreti e regolamenti ma questi se ne fregano e vanno avanti. Costi quel che costi, questo barcone non attracca, questi immigrati non scendono”.

    > Salvini: “Col piffero che il barcone attracca a Lampedusa”
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