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    Sciopero benzinai 5-6 febbraio 2019 | Orari | Motivazioni | Sindacati

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 5 Feb. 2019 alle 07:21 Aggiornato il 7 Feb. 2019 alle 09:02

    Sciopero benzinai 6 febbraio 2019 | Orari | Motivazioni

    SCIOPERO BENZINAI 6 FEBBRAIO 2019 – Lo sciopero dei benzinai previsto per il 6 febbraio è attualmente congelato. Il sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci ha incontrato le sigle sindacali di categoria alla sede del ministero a Via XX settembre e, al termine del tavolo tecnico, è stato confermato il congelamento dello sciopero.

    Uno sciopero di 24 ore che avrebbe portato i benzinai d’Italia ad incrociare le braccia tra il 5 e il 6 febbraio 2019. Si tratta del primo sciopero di questo mese, che si prevede già come un febbraio nero, visto che a distanza di pochi giorni ci saranno quelli dei lavoratori di Trenitalia e dell’Enav. Di seguito tutte le informazioni sullo sciopero dei benzinai del 6 febbraio.

    “Alla luce della convocazione di Bitonci, intendendo valorizzare l’iniziativa del sottosegretario, i sindacati annunciano di avere congelato sia l’iniziativa di sciopero che l’avvio dell’altra protesta alla prima collegata – già programmata per oggi primo febbraio – che avrebbe portato all’emissione della fattura elettronica solo per i rifornimenti carburanti pagati con bonifico anticipato o assegno circolare”, fanno sapere i sindacati dei benzinai in una nota.

    Sciopero benzinai 6 febbraio 2019 | Orari

    Lo sciopero aveva una durata prevista di 24 ore, durante le quali le pompe di benzina resteranno chiuse, e questo avrebbe inevitabilmente causato disagi agli automobilisti. La protesta sarebbe dovuta partire alle 22 di martedì 5 febbraio 2019 e terminare alle 22 di mercoledì 6 febbraio 2019.

    > Qui tutto quello che c’è da sapere sullo sciopero di Trenitalia dell’8 febbraio 2019

    Sciopero benzinai 6 febbraio 2019 | Motivi

    Quali i motivi di tale sciopero? La categoria protesta contro il ministero dell’Economia, che ha deciso di cancellare un’agevolazione attesa da 15 anni, che aveva stipulato il precedente governo.

    Più nel dettaglio, la protesta è nata contro le regole del credito di imposta deciso con la Legge di Bilancio 2018. In particolareil codice tributo che rende operativo il credito di imposta restringendo la platea delle transazioni interessate dal beneficio fiscale.

    Lo sciopero dei benzinai del 6 febbraio 2019 è stato indetto dai sindacati di categoria, Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio, per protestare contro il “ministero dell’Economia che ha deciso di confiscare il rimborso che, dopo oltre 15 anni di trattative, il Governo precedente aveva finalmente approvato con la finanziaria 2018 in termini di credito d’imposta a favore dei gestori, riconoscendo il maggiore livello di commissioni bancarie collegate alle transazioni con carte di credito, subito in ragione dello straordinario peso fiscale che grava sul prezzo dei carburanti”.

    Una beffa, a detta dei benzinai, in particolare dopo l’introduzione della fatturazione elettronica.

    Per le associazioni sindacali, inoltre, “al prezzo medio attuale della benzina (circa 1,5 euro al litro), ogni 100 euro di commissioni che il sistema bancario pretende dal gestore, 66,59 euro sono generati dal tributo incassato dall’Erario a cui si aggiunge l’aumento esponenziale delle transazioni con carte di credito causato dall’introduzione degli obblighi relativi alla fatturazione elettronica”.

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